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lunedì 8 aprile 2013

Cannibal Holocaust... il gore assoluto!


CANNIBAL HOLOCAUST
 
(1980) 



‘Cchifo-blé assoluto!

Ammettiamolo e cerchiamo di non essere troppo miopi (sto redarguendo me stessa): molti considerano questo film un cult e rilevano che al di là del mero splatter c’è di più: denuncia sociale, critica ai mass media, utilizzo del finto documentario assai prima della strega di Blair e tante altre belle cosine…

Forse. Ma io, tra una vomitatina virtuale e l’altra, non ho notato granché, e tutti questi interessanti pregi mi sono sembrati solo occasioni per giustificare il devastante e volutamente eccessivo orrore gratuito che permea quasi ogni scena. Non bella, non spaventosa, ma solo assolutamente, bléosamente, schifida. Persino la colonna sonora mi è risultata disturbante, abbinata ai vari momenti di macello.

La verità (mea culpa) è che se mi sono accostata a questa pellicola (ero ancora al Liceo) è perché sulla “Guida al Cinema Splatter” pubblicata in quegli anni (l’autore poteva fare Castoldi di cognome? Non ricordo…) descrivevano “Cannibal Holocaust” come il film più truculento di tutti i tempi, nonché uno dei più censurati. Ottimo, mi ero detta io, appuntandomi il titolo, allora sarà un capolavoro! In seguito, ricontrollando il giudizio espresso nella guida, mi sono accorta che il recensore non aveva detto proprio così…

Ad ogni modo, mi ero procacciata la videocassetta – sì, all’epoca i Dvd non c’erano ancora – e ho organizzato una bella visione familiare. Dopo i primi cinque minuti mio fratello Androide è fuggito annoiato, mentre dopo dieci Mater, Pater, Chiccachu e Luca (un nostro amico), sono crollati dal sonno.

Praticamente ero sola con un’orda di gente russante.

Dopo un inizio lentissimo (che però aveva già in sé echi malsani, oltre alla presenza di Luca Barbareschi) è partito il gore… E non si è più fermato, accrescendosi ad ogni istante. Il buon Deodato, il regista, si è sbizzarrito più che ha potuto senza risparmiarsi nulla, incluso un bell’impalamento.
 
My God! Sono trascorsi millenni da allora, ma ho ancora diverse scene impresse nelle pupille… Scene che in sé sono davvero raccapriccianti (per risparmiare sugli effetti speciali, quelle sugli animali sono vere, e fanno venire da piangere: la tartaruga squartata viva più di tutti, poveretta, ma anche il toporagno smarmellatatato mi si è scolpito in testa), ma rese ancora più atroci e disturbanti dal contesto in cui sono collocate, all’insegna della crudeltà fine a sé stessa e senza scopo.

Mi dispiace, il film sarà pure un cult, avrà pure ridefinito del genere, ma ha a me ha solo rovesciato lo stomaco. E sì che non è mai stato molto delicato.

P.S.

Solo una curiosità, per dovere di cronaca: gli squallidi macellatori non sono i cannibali, ma noi “civilizzati”... Certo, poi i cannibali si difendono...

2 commenti:

  1. Ciao. Ti rivolgo una richiesta ufficiale, mi piacerebbe leggere una tua recensione su "Il ritorno dei pomodori assassini", so che lo hai visto quest'estate.

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    1. Volentieri. Lo metto in programmazione. Saluti.

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