venerdì 20 novembre 2015

Anche il the aiuta

IL LAGO
di Banana Yoshimoto


Al di sopra della media degli ultimi romanzi della Yoshimoto, non eccezionale, ma gradevole e poco impegnativo.
Almeno sulla superficie.
Sotto, invece, ci sono diverse cose che nuotano e si dibattono. Che non bastano a fare di questo un romanzo irrinunciabile, ma che comunque si fanno apprezzare.
La storia è quella di un legame che assume le forme dell'amicizia, ma che poi si scopre di essere amore, benché non si riesca subito a chiamarlo col nome giusto, vista l'impalpabilità dei sentimenti più profondi e la natura stessa dei protagonisti.
I due innamorati, infatti, Chihiro e Nakajima, sono entrambi anime tormentate e peculiari, quindi, per prima cosa, dovranno sforzarsi di affrontare i loro traumi, possibilmente attraverso la condivisione e la fiducia (con un piccolo aiuto dal passato)...
Come al solito lo stile della Yoshimoto è fresco e leggero, dall'incedere tranquillo, frantumato nell'indeterminatezza, in cui le ferite, pur evidenti, in un certo senso si ricompongono, pur bruciando ancora, e vengono accettate e lasciate procedere secondo il loro ritmo.
Ci sono tocchi soprannaturali, non spaventosi, ma vivificanti, ed echi disturbanti, che, pur evitando l'esagerazione, ti lasciano basito e contribuiscono ad amalgamare la trama in modo coerente.
E poi c'è la natura (il lago specialmente), contemplativa, mutevole, dalle valenze esistenziali, che ti aiuta a riflettere e a trovare la dimensione che stai cercando, magari senza esserne conscio. Ma anche il the aiuta, quando è buono e viene consumato nel contesto giusto.
All'inizio ho faticato un po': mi pareva sempre la solita solfa, la trovavo poco appassionante, banale. Ma poi... qualcosa si è smosso, forse mi sono semplicemente sintonizzata, e la scrittura ha cominciato a scorrere velocemente, la storia ad ingranare.
In qualche punto mi ha persino colpita.
Senza illuminarmi, va bene.

Ma, in fondo, basta accontentarsi.

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