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giovedì 1 luglio 2021

Uno sguardo disincantato sul mondo

 FERVORE

di Giulia Coppa

Guardate la copertina.

Da una parte un'immagine legata alla bellezza, dall'altra un'immagine legata alla morte. 

La stessa, ribaltata, in tutti i sensi in cui può esserlo (passiamo dai melograni, noto simbolo di abbondanza, ai teschi, tanto per dire).

Poi il sottotitolo: “Sull'ironia e l'imprevedibilità”.

Questo, in effetti, il senso del libro: un'antologia composta di sei racconti fra i generi più svariati, completamente diversi fra loro, ma solo in apparenza. 

In realtà in comune hanno questo: che quando iniziano sembrano una cosa, spesso piacevole, sofisticata, femminile e ricca d'atmosfera, ma quando finiscono ci accorgiamo che invece siamo scivolati in un'altra, più fosca e feroce, perturbante, sovente amara, che non ci saremmo aspettati. Non all'improvviso, ma in modo rapido e naturale, che ci lascia ancora più basiti.

Per cui, sì, questi racconti sono imprevedibili. 

La bellezza è spesso legata all'omicidio.

La morte è fredda, cinica, e un po' sorride. 

E c'è dell'ironia, sottile e pungente, che si affaccia appena sotto il primo livello di lettura.

Il libro è breve, stimolante, vanta un'ottima caratterizzazione dei protagonisti, ed è sostenuto da una prosa impetuosa, semplice e raffinata, con giusto qualche minima sbavatura ogni tanto (lo preciso solo perché l'autrice è giovanissima, talentuosa, e mi emoziona pensare a come crescerà stilisticamente nei prossimi anni).

Di lei ho già avuto il piacere di leggere le splendide poesie di “Prime luci del mondo”, ma so che ha già diversi volumi all'attivo. Adoro chi non si ferma al primo libro... Adoro chi ha questo sguardo disincantato sul mondo, ma è ugualmente capace di coinvolgimento e fascinazione.

Racconto preferito: “La frutta del destino”. Cattivissimo.