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martedì 30 aprile 2019

I Miti Greci

MYTHOS
di Stephen Fry


I Miti Greci (non tutti – Eracle viene a mala pena citato, così come vengono pressoché ignorate l'Iliade ed l'Odissea – ma parecchi, dalla Cosmogonia alle Metamorfosi), raccontati e non riassunti, in modo ironico e spiritoso, critico e dotto, tra una riflessione di stampo moderno ed un'osservazione personale, afferente, magari, ad un'etimo o ad una sfumatura, come al vissuto dell'autore.
Che, dal canto suo, è simpatico, dal piglio allegro, ma riesce altresì a creare atmosfere di partecipazione emotiva e di tensione, ammonendoci, talvolta, con un po' di perdonabile pedanteria, che, paradossalmente, contribuisce a dar luogo, con il lettore, ad un clima di complicità.
La lettura è rapida e piacevole, priva di fronzoli, ma non di sagacia, e sovente traccia interessanti paralleli, con Shakespeare come con la Commedia dantesca.
Solo l'inizio mi ha forse un po' disturbata per le eccessive strizzate d'occhio, ma presto o mi sono abituata arrivando a trovarle gradevoli, o sono naturalmente diminuite, e la lettura è diventata semplicemente leggera ed istruttiva, adatta a chi ama ascoltare l'ennesimo racconto - fedele ma di approccio diversificato - di storie già interiorizzate, e ancora di più, credo, a chi si affaccia al Mito per la prima volta, perché verrà guidato con pazienza e gentilezza e non gli saranno richiesti particolari sforzi mnemonici.
Consiglio: non saltate le note. Lo so che è una rottura andarle a cercare in fondo al volume, ma spesso contengono piccole gemme di sapere, cui sarebbe un peccato rinunciare.

P.S.
Posso dire una cattiveria? 
E' assai meglio dei Miti Norreni di Neil Gaiman!

lunedì 29 aprile 2019

A volte ritornano

SCUSATEMI


Questa volta ho piantato tutti in asso, senza avvisi né preavvisi. 
Lo so, e non ho nemmeno un buon pretesto. Né prometto di non rifarlo, perché, sì, potrebbe succedere. 
E non è che non mi sia venuto in mente di fornire spiegazioni.
Mi è venuto in mente.
Ma ho deciso di no.
Perché non ce ne sono.
E poi, mi sono detta, al diavolo!, che pensino pure tutti che sono morta. 
Tanto non lo penseranno lo stesso, visto quanto sono attiva su Instagram. E comunque, chi se ne cale.
Mi spiace, forse non lo sapevate, o pensavate di no, ma io sono così: ogni tanto ho bisogno di contraddirmi o di scomparire. 
E non ho ancora finito di averne bisogno.
Quindi, ecco che cosa succederà: adesso, per cercare di farmi perdonare, pubblicherò un post al giorno, fino a venerdì (ironia vuole che siano già pronti da tempo).
Da lunedì prossimo, però, i post si ridurranno a tre a settimana, e precisamente nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì.
Ma, sappiatelo, è possibile che da un giorno all'altro vi dia di nuovo pacco.
Cercherò di evitarlo, ma, nel caso, potrete provare a cercare “sognidiragni” su Instagram o il mio blog su Facebook e forse troverete delle finzioni non borgesiane, se proprio sarete in astinenza.
Forse.
Però non vi assicuro niente.
Non sarebbe giusto.
Gli squali se ne sono andati tutti.

venerdì 5 aprile 2019

Anche se...

BOHEMIAN RHAPSODY
di Bryan Singer
(2018)


Biopic intenso, godibile anche se non si è fan sfegatati, dalla colonna sonora potentissima e dai molti momenti topici. 
Anche se...
Ci sono un po' di forzature, che ho percepito pur non conoscendo i dettagli di vita vissuta dal gruppo... 
Ai Queen preferisco i Pink Floyd. 
Rami Malek nei panni di Freddy Mercury è bravo e somigliante, ma nel complesso un po' mingherlino, inoltre fa senso assistere ai suoi continui sforzi di non sputazzare la protesi dentale.
Ho sentito la mancanza di alcune canzoni.
Il periodo in cui Freddy ha fatto il solista è stato passato in rassegna con un po' troppa fretta, dando spazio agli eccessi, ma non all'arte.
Il malvagio Paul Prenter (Allen Leech) è un po' troppo malvagio e a tratti sembra tagliato con il coltello.
La storia però è significativa, ed è sensazionale vedere come scoppiettano e si amalgamano quattro menti creative insieme. Così come è splendida la loro fedeltà alla musica, il modo di ragionare in rapporto ad essa, nonostante le divergenze caratteriali e gli scivoloni che ogni tanto si compiono.
Nulla sapevo, inoltre, della moglie di Freddy Mercury. Ma ho trovato molto poetico il suo personaggio e ho apprezzato come la coppia abbia saputo gestire il legame, rimanendo amici, e fondamentali l'uno per l'altro, a dispetto di tutto.
Insomma, un bel film.
Ma, a mio parere, sopravvalutato.

giovedì 4 aprile 2019

Seducono e basta

LA FAMIGLIA AUBREY
di Rebecca West


Due sono i motivi principali per cui questo libro – il primo di una trilogia – mi ha stregata: le descrizioni puntigliose e screziate, specie quelle relative ai moti dell'animo, approfonditi nel dettaglio, attraverso accostamenti contraddittori, ma capaci di catturare la complessità umana senza sbavature, e la consapevolezza della superba eccentricità della famiglia, vissuta, peraltro, a seconda dei personaggi, in modo completamente diverso. 
Se, infatti, Cordelia, la figlia maggiore, se ne vergogna e non vuole altro che fuggire, le gemelle Mary e Rose (la narratrice) e il piccolo Richard Quinn la amano, senza rimpiangere nulla, nemmeno la povertà, perché, sostanzialmente, si stanno divertendo e sanno che è proprio questo a renderli speciali e ricchi di talento.
E poi ci sono le tematiche sottese, che in parte proprio non mi aspettavo: fondamentale (e a tratti quasi fanatico) è l'amore per la musica, vissuto con trasporto e devozione, così fortemente da divenire metro di giudizio dello spirito, ma in mezzo, quasi incidentalmente, vengono tirate in ballo altre questioni, abbastanza insolite per questo genere di narrazione: dai poltergeist ad un omicidio efferato. 
La verità è che se i Cazalet colpivano per l'eleganza, la raffinatezza e per le fitte relazioni di una grande famiglia allargata che attraversa la Storia, gli Aubrey seducono e basta, scatenando sentimenti più pacati, ma più profondi e ben radicati. Persino il padre disgraziato, che ci disgusta, ma che pure, in certa misura, ci conquista e per il quale, pur nolenti, proviamo affetto.
Ora non mi resta che comprare il secondo volume ;-).

mercoledì 3 aprile 2019

C'è della magia in questo romanzo

WONDER – TUTTE LE STORIE
di R. J. Palacio


Quattro romanzi per ragazzini, ma in realtà anche per adulti, data la profondità e la delicatezza dei temi trattati (il diverso, l'amicizia, il coraggio di non omologarsi, il bullismo, la malattia...). Il linguaggio però è lieve, spiritoso, garbato. E molte cose sono spiegate senza omettere passaggi, in modo a volte un po' pedantino, ma non spiacevole.  
La prima storia, quella di Auggie, è senza dubbio la migliore. Intanto perché è attorno ad essa che ruota tutto, ma poi perché è questa la trama che si doveva raccontare. L'asse attorno al quale tutto è imperniato.
Le altre tre opere, i romanzi di Julian, Christopher e Charlotte, sono un mero contorno, un riempitivo. O forse un modo per restare ancora vicini al nostro August, e infatti, nonostante tutto, ci piace leggerli. Perché c'è della magia in questo romanzo senza sortilegi. E anche se gli altri personaggi, di per sé, non aggiungono granché (no, nemmeno Julian, nonostante il tentativo di illustrare il punto di vista inverso), comunque ci fanno respirare ancora un po' di quell'incanto. E ne siamo grati, dunque.
Riconoscenti.
E quindi chi è Auggie? 
Un ragazzino che deve affrontare la scuola per la prima volta, in prima media. Un ragazzino intelligente e vivace, con la passione per la Scienza e Guerre Stellari, ma affetto da una serie di problemi genetici che lo rendono diverso dagli altri, vuoi per l'aspetto, vuoi per i travagli che gli hanno imposto le cure mediche. Ovviamente incontrerà un sacco di difficoltà, ma anche dei amici buoni, e a poco a poco insegnerà ai suoi compagni a considerarlo per quello che è – un tipo simpatico, allegro, ingegnoso – e non per quello che si porta dietro. O in faccia.
Un romanzo commovente, emozionante, adatto a tutti, dai nove anni in su.

martedì 2 aprile 2019

Perentorio e candido insieme

L'ARABO DEL FUTURO 1 e 2
di Riad Sattouf


L'autobiografia grafica dei primi anni di vita dell'autore, vissuto in Francia, in Libia ed infine in Siria, con la famiglia (madre francese e padre siriano).
E' piacevolissimo da leggere, con molti momenti ironici, e ci fa conoscere, senza retorica e senza pregiudizi, altre culture e altri punti di vista, attraverso l'occhio innocente ma attento dei bambini, che sanno essere tenerissimi, quanto critici e categorici. 
Anche se...
Beh, mi spiace... Di solito quando mi cimento in questo genere di letture imparo ad amare i nuovi mondi che bazzico, provo empatia, comprensione, attrazione... Qui, ahimè, sono più le cose che mi infastidiscono (comprese le “piccole” cose, dal massacro dei passeri alla maestra sadica) che quelle che apprezzo. E tuttavia ci sono momenti di autentico divertimento, riflessioni garbate, ma profonde, dolcissimi incanti, momenti cristallizzati che – assurdamente – nonostante sia stata completamente diversa, hanno il potere di riportarci alla nostra infanzia.
Inoltre, per quanto ne detesti cordialmente il padre, il bimbo Riad è adorabile, e ancor di più le sue descrizioni di bambini perfidi dallo sguardo bieco o di situazioni preoccupanti, che, puntualmente, finiscono in uno smacco. E il fascino dell'opera, dunque, sta in quanto ci viene narrato, carico di eventi sfaccettati, ma altresì nel modo in cui l'autore si racconta, perentorio e candido insieme, attraverso un disegno stilizzato, ma d'impatto, che ci impedirà di perderci tra profumi e colori e ci terrà i piedi ben ancorati al pavimento. Crepato.

lunedì 1 aprile 2019

Un nuovo linguaggio

LA MIA ESPERIENZA SU INSTAGRAM


Che ci sono ve l'ho già detto... digitate “sognidiragni” e mi trovate. Ho anche imparato più o meno a gestirlo, ed infatti, per una volta, non se ne occupa MPM, ma io. E un po' mi diverto, lo ammetto, ma un po'... beh, è come apprendere un nuovo linguaggio. Non sono abituata a privilegiare l'immagine, ma i contenuti. Qui, invece, funziona al contrario (il Ragno sta cercando di erudirmi). Non basta la copertina del libro: bisogna fotografarla in modo accattivante o in un contesto insolito, possibilmente fare delle composizioni. Ed è irrilevante che siano o meno attinenti al volume. 
Questo, ovviamente, mi crea un po' di difficoltà. Non solo perché come fotografa sono scarsa, ma anche perché, allo stato, per me è spesso impossibile, vista la attuale situazione della mia povera biblioteca. E poi... boh... ma è etico? Non equivale a strumentalizzare un'opera svuotandola della sua spiritualità fino a renderla un vacuo oggetto dalla valenza esclusivamente estetica? Sicuramente sbaglio io, ed è solo marketing. Ma un po' mi fa male. 
In più mio fratello mi invita a rivolgere al pubblico domande cretine ed irritanti, tipo: “E voi che cosa ne pensate? Vi è piaciuto?”. Gesù. 
Gli ho promesso che cercherò di farlo, ma mi si arricciano le dita dei piedi all'idea. Inoltre pare ci siano orari precisi per postare le “storie” (storie? Ahahaha!)...
A parte ciò, mi sciocca il basso utilitarismo di molti utenti, che ti danno il follower, ti inducono a compassione a furia di suppliche e sviolinate, e poi, appena hai ceduto alle loro richieste (ad esempio comprare il loro libro illeggibile), ti scaricano come se fossi una scarpa vecchia.
Certo, non tutto è negativo... Sono incappata anche in persone simpatiche e sincere, in veri e propri artisti grafici dal grande talento, in creativi favolosi... E persino in qualche Vip del fumetto, con cui è stato formativo interloquire. Ho scoperto nuovi spunti di lettura, nuovi confronti, e aspetti ignoti e affascinanti di persone note. 
Ho deciso quindi di continuare l'esperimento per un po', senza impegno, per vedere come si evolve... 
Nel frattempo, sapete perché ultimamente si stanno moltiplicando i post su Twitter e Facebook. Se c'è il link al blog, sapete che si tratta del post regolare, scritto da me la domenica e messo su da MPM. Se non c'è, trattasi di una recrudescenza di Instagram (che non consente di mettere il link, salvo si superino i 10.000 followers – laddove io ho a mala pena superato i 100) e quasi sicuramente è il ripescaggio di una vecchia recensione.
Che altro?
Se vi va venitemi a cercare... 
Grazie.
Tutti gli squali dell'universo!