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mercoledì 5 gennaio 2022

Una narrazione dalle risonanze magnetiche

 I DUE VOLTI DELL'ISOLA

di @majla_fadda

Un brevissimo romanzo di formazione, che di primo acchito può apparire come una favola moderna, semplice, godibile e un po' didascalica, ma che in realtà è molto più di questo, incentrata com'è su misteri e allegorie dal fascino remoto, che sanno di mito, di fiaba e di qualcosa di più sottile, arcano e impalpabile, capace di far leva sui topoi narrativi classici per dare corpo ad una narrazione dalle risonanze magnetiche e non sempre immediate, che riaffiorano alla mente di chi legge una volta che l'avventura dei protagonisti si è conclusa, in un fiorire di possibilità ermeneutiche mai univoche.

Ciò che ho apprezzato di più, al di là degli insegnamenti etici ed esperienziali che se ne possono ricavare e dalla piacevolezza cristallina della prosa, delicata ed assertiva insieme, e resa più snella dai dialoghi, è l'atmosfera magica che avvolge l'isola e finisce col permeare lo stato d'animo del lettore: financo le verità più scontate divengono ambigue ed incerte, almeno per un istante, e vanno comprese a fondo per uscire dall'isola. Ma senza pressioni, senza opprimere, con una dolcezza infinita che ha il potere di rasserenare e generare positività.

Ci sono, in ultimo, alcune digressioni – come quella relativa a Madeleine – che ho trovato particolarmente poetiche e suggestive e che contribuiscono ad impreziosire l'opera, specie nella parte finale. 

Grande Majla, continua così!

Nessuno viene dimenticato

 CRONACHE DI UN VAMPIRO – LA BATTAGLIA DI MEZZANOTTE

di Giovanni Di Rosa

(su Ig @giovannidirosa_writer)

Concludiamo alla grande, in un climax epico ed avvincente, la trilogia vampirica di Giovanni Di Rosa, che riesce a sigillare con precisione tutti i filoni narrativi intrapresi e moltiplicatisi, nel corso della vicenda, in una coralità complessa e variegata (tra umani, vampiri, vampiri ribelli e sciamani filovampiri e non), degna di un grande romanziere.

L'ultimo tomo, infatti, assai meno meditativo dei precedenti – ma non per questo dotato di meno spessore – privilegia azione e combattimenti ed è tutto teso, come si evince dal titolo, ai meravigliosi fasti della battaglia finale. 

La scrittura, sempre più matura e raffinata, è tesa, adrenalinica, vigorosa, innervata tanto sugli stati emotivi dei personaggi, ben caratterizzati ed indagati a fondo, quanto sugli scoppi di brutalità improvvisa, dall'efficacia plastica e dalla potenza cinematografica, dando luogo, con squisita naturalezza, alla figura retorica dell'ipotiposi. Non solo visiva, ma persino “mentale”. 

Nessuno viene dimenticato, neppure i comprimari, mentre la dimensione narrativa resta umana persino in rapporto alle creature della notte: il loro sentire, lungi dall'essere freddo e distaccato, è passionale, emotivo, ed al contempo credibile e ricco di sfumature. 

Un romanzo emozionante, che scorre impetuoso e fluido come un fiume di sangue, ma senza limitarsi alla faciloneria istrionica dello splatter, ed anzi offrendo al lettore motivi di riflessione e la forza dei sentimenti.

Intimismo, sensibilità e buon gusto

 ALLE CORDE

di @leandroconticelestini

Dai, smettetela di fissare il pacco di Tristan. Sì, esatto, il bel figliolo vestito in pelle di tigre. Lo so, che è figo, lo so che la cover è provocante. Ma smettetela.

È vero, qui non si parla solo di wrestling: il romanzo è un erotico soft. Le scene esplicite ci sono, fatte di intimismo, sensibilità e buon gusto, ma anche di passione, di dettagli chirurgici... di sesso libero e selvaggio, con la “S” maiuscola. Che ho apprezzato e trovato dilettevole.

Ma se vi dico di smettere di fissare il pacco è perché, nonostante tutto, ciò sarebbe tremendamente riduttivo. A dispetto dell'etichetta, infatti, questo è in primis un romanzo di formazione di qualità eccelsa, impregnato di atmosfere dolci e nostalgiche (siamo a cavallo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80), con dei personaggi stupendi, splendidi e luminosi nella loro genuina tridimensionalità, e così veri da rendere impossibile non amarli: Tristan, con la sua freschezza e la sua innocenza, ma anche determinazione; il Coach, saggio e ponderato, ma dal sentire impetuoso, con Johnny a completare il terzetto, rendendolo magico e speciale, unico e scintillante.

E adoro la narrazione in seconda persona, rarissima e coinvolgente, e la naturalezza con cui periodicamente si passa al diario del Coach, per sottolineare meglio uno stato d'animo, un punto di vista, per cristallizzare un istante o approfondire una situazione.

La trama è imprevedibile, sebbene segua un andamento cronologico, con salti temporali efficaci, piazzati al momento giusto, ed incredibili sono i combattimenti, dall'esito mai scontato, e in cui respiriamo tutto: tensione, eccitazione, fatica... Ma anche il brivido feroce del sangue. Diamine, non è facile riuscire a far esaltare così tanto il lettore per un incontro scritto. Eppure è questo che succede: epicità pura. E mentre leggi stringi le pagine tra le dita, fin quasi a stropicciarle, per incitare Tristan, Cuore di Tigre. Per essere al suo fianco. Non vincerà sempre. Ma quando lo farà, sarà grandioso!

Dite la verità: gli state ancora fissandogli il pacco, vero? Avete capito qualcosa di quello che ho scritto?