DIVENIRE (VENTO)
di Tiziana Stasi
(Su Ig @tizianastasi)
Mai titolo è stato più azzeccato.
Perché è questo l'effetto che fanno le poesie di Tiziana al lettore: lo trasformano in vento. Sono ariose e ricamate nella libertà, non illusorie, ma vere, fatte di fuoco e di acqua, di sogni, di imperativi, ma anche di sprazzi epici, evocative, potenti, con lampi apocalittici fusi ad immagini celestiali (“Il mare rintoccò la sua magnetica melodia/ e il cielo cadde sopra le tenebre”).
E mentre le leggi ti senti cambiare, evolvere. Senti che i tuoi lacci si sciolgono e avverti l'esistenza, che ti percuote e conforta, e ti lascia attonita e non più tu, ma natura, forza primordiale, movimento e vertigine. E la sensazione è davvero quella di volare. Di divenire vento. Di esserlo. Perché avverti l'espansione, l'impeto, la natura e l'umanità. E per un attimo pensi di poter rinunciare al tuo individualismo per compenetrarle... Ma poi la folata si acquieta e tu ritorni a te stesso, inebriato, cullato dalla dolcezza materna di un'onda, di un'eco, di un riflesso. Cambiato per sempre, e di nuovo tu. Ma più saggio. Più consapevole.
Di solito non leggo le poesie a voce alta: è troppo intenso e mi fa male. Ma questa silloge l'ho declamata tutta, da sola, l'ultimo giorno d'estate (che per me è il 31 agosto). E anche se piangevo come una fontana (per questo di norma non le leggo a voce alta), mi sono sentita crescere e vivificare.
PS
La mia preferita è “Il mio essere”.
Sublime.