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lunedì 13 settembre 2021

La dolcezza materna di un'onda

 DIVENIRE (VENTO)

di Tiziana Stasi

(Su Ig @tizianastasi)

Mai titolo è stato più azzeccato.

Perché è questo l'effetto che fanno le poesie di Tiziana al lettore: lo trasformano in vento. Sono ariose e ricamate nella libertà, non illusorie, ma vere, fatte di fuoco e di acqua, di sogni, di imperativi, ma anche di sprazzi epici, evocative, potenti, con lampi apocalittici fusi ad immagini celestiali (“Il mare rintoccò la sua magnetica melodia/ e il cielo cadde sopra le tenebre”).

E mentre le leggi ti senti cambiare, evolvere. Senti che i tuoi lacci si sciolgono e avverti l'esistenza, che ti percuote e conforta, e ti lascia attonita e non più tu, ma natura, forza primordiale, movimento e vertigine. E la sensazione è davvero quella di volare. Di divenire vento. Di esserlo. Perché avverti l'espansione, l'impeto, la natura e l'umanità. E per un attimo pensi di poter rinunciare al tuo individualismo per compenetrarle... Ma poi la folata si acquieta e tu ritorni a te stesso, inebriato, cullato dalla dolcezza materna di un'onda, di un'eco, di un riflesso. Cambiato per sempre, e di nuovo tu. Ma più saggio. Più consapevole.

Di solito non leggo le poesie a voce alta: è troppo intenso e mi fa male. Ma questa silloge l'ho declamata tutta, da sola, l'ultimo giorno d'estate (che per me è il 31 agosto). E anche se piangevo come una fontana (per questo di norma non le leggo a voce alta), mi sono sentita crescere e vivificare.

PS

La mia preferita è “Il mio essere”.

Sublime.

Intelligente e confortante

 IL CANZONIERE DI TONINO

di Mikonos Saban

(Su Ig @bassano_monica)

Non è un libro, è un'esperienza.

Fatta di attimi in progressione, di saggezza, di riflessioni, cristallizzate, ma vive, di emozioni e tranquillità, un po' romanzo e un po' poesia, altamente coinvolgente, personale, leggibile in qualsiasi ordine o direzione, benché ne abbia una precisa, che ci conduce lontano (da Mondello a Parigi), ma è dolcemente centripeta e alla fine ci riporta a noi stessi. 

Per farci decollare di nuovo. 

E ho amato questo mix stilistico, che ci aiuta a soffermarci sui singoli istanti, a cambiare angolazione, e a guardare tutto con occhi più veri, più attenti, dandoci il tempo di cui non sappiamo di avere bisogno, ma che ci serve per leggere e per respirare. 

Forse per questo il volume riesce ad infondere una così meravigliosa serenità, che è di una qualità particolare, non immota, ma composta, al suo interno, di un continuo brulicare. Vivace, argentino, umanissimo e denso. Persino nelle sue sfumature più cupe, perché in qualche modo l'autrice ce le fa accettare, in quanto parte dell'esistenza, fatta di scelte e di fortuna... 

Nel suo scrivere senza confini, in quest'atmosfera indefinita e avvolgente – come è la vita in cui tutto si mescola, nel bene e nel male – Monica Bassano ci offre un bilancio finale che è positivo, ma non in modo stucchevole, bensì onesto e franco, improntato al buon senso, grazie all'amore, alla maturazione personale, e all'apprendimento. 

Un'opera profonda, ben scritta, intelligente e confortante.

Che non si può non amare, perché arriva dritta al cuore.

Genuino e prezioso

 IL PUGILE CHIACCHIERONE

de  @ilcampioneomaggio

Un romanzo breve e leggero, che intrattiene, incuriosisce, e regala, se non grasse risate, senza dubbio molti sorrisi, attimi di piacevolezza, e persino alcuni momenti di riflessione su argomenti che vanno dalle responsabilità in amore sino al politically correct (questione, questa, che ho apprezzato particolarmente, e che è raro avere la possibilità di affrontare in ambito narrativo, specie in un'opera di esordio)... 

Certo, qualche passaggio è leggermente irritante (ma le rose, insegna il Piccolo Principe, di solito lo sono, anche se conosco almeno un'eccezione...), e comunque poi diventa chiaro il perché dovesse essere esattamente così, finendo, tra l'altro, la circostanza per aggiungere valore extra alla trama, in quanto occasione di crescita e di confronto, e non mero escamotage.

Il romanzo, infatti, pur atteggiandosi a libro comico, è soprattutto un volume di formazione – e come tale assai più genuino e prezioso –, riuscendo, alla fin fine, nel miracolo di farci amare il suo protagonista... Lo devo ammettere: il nostro pugile romantico in principio non mi era simpaticissimo (troppo pieno di sé e più fastidioso che arguto), ma man mano ha proceduto a spogliarsi delle sovrastrutture, rivelando un cuore buono e ingenuo e diverse fragilità, è diventato più autentico, più vero, e mi ha costretta ad osservarlo con sguardo benevolo, e addirittura a parteggiare per lui... Non tanto al provino – che comunque è una partenza accattivante, originale e ricca di freschezza – quanto al match nella palestra, che mi ha coinvolta completamente, spinta “a crederci” ed emozionata!!!

E se pensate che la fine sia troppo buonista e vagamente stucchevole... vi do ragione, ma non la cambierei in nulla. Perché ci vogliono storie che finiscono così. Ci vogliono, eccome.