IL CANZONIERE DI TONINO
di Mikonos Saban
(Su Ig @bassano_monica)
Non è un libro, è un'esperienza.
Fatta di attimi in progressione, di saggezza, di riflessioni, cristallizzate, ma vive, di emozioni e tranquillità, un po' romanzo e un po' poesia, altamente coinvolgente, personale, leggibile in qualsiasi ordine o direzione, benché ne abbia una precisa, che ci conduce lontano (da Mondello a Parigi), ma è dolcemente centripeta e alla fine ci riporta a noi stessi.
Per farci decollare di nuovo.
E ho amato questo mix stilistico, che ci aiuta a soffermarci sui singoli istanti, a cambiare angolazione, e a guardare tutto con occhi più veri, più attenti, dandoci il tempo di cui non sappiamo di avere bisogno, ma che ci serve per leggere e per respirare.
Forse per questo il volume riesce ad infondere una così meravigliosa serenità, che è di una qualità particolare, non immota, ma composta, al suo interno, di un continuo brulicare. Vivace, argentino, umanissimo e denso. Persino nelle sue sfumature più cupe, perché in qualche modo l'autrice ce le fa accettare, in quanto parte dell'esistenza, fatta di scelte e di fortuna...
Nel suo scrivere senza confini, in quest'atmosfera indefinita e avvolgente – come è la vita in cui tutto si mescola, nel bene e nel male – Monica Bassano ci offre un bilancio finale che è positivo, ma non in modo stucchevole, bensì onesto e franco, improntato al buon senso, grazie all'amore, alla maturazione personale, e all'apprendimento.
Un'opera profonda, ben scritta, intelligente e confortante.
Che non si può non amare, perché arriva dritta al cuore.
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