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lunedì 16 ottobre 2023

Un frullatore acceso molto carino e colorato

KAERU

di Matteo Lorenzi (@...)

A metà tra sci-fi, critica sociale e thriller, “Kaeru” è un romanzo peculiare, che, pur attingendo a diverse fonti espressamente citate dall’autore, riesce a plasmarle in modo personale, dando vita a qualcosa di nuovo, dalle svolte inaspettate, che presto ti fanno venire il dubbio di esserti infilato in un frullatore acceso. 

Un frullatore acceso molto carino e colorato, dalle rifiniture preziose, ma sempre un frullatore.

Non è male come sensazione, ti sballotta giusto un po’ il cervello, specie all’inizio, ti stupisce e ti colpisce… Poi ci si abitua alla sorpresa, si segue piacevolmente il flusso, rilassandosi ed intuendo dove si andrà a parare, grazie anche agli ammiccamenti e agli indizi sparsi dall’autore. Così si crede, ma… Errore! Perché all’improvviso, quando tutto sembra ormai chiaro e lineare, arriva un’altra sferzata dritta alla corteccia cerebrale e ogni certezza viene sovvertita. Mai fidarsi dei frullatori accesi! 

Il risultato finale è divertente e bizzarro, a tratti addirittura rapinoso, eppure, insistendo la narrazione su diversi piani di lettura, riesce altresì a sollevare interrogativi di vario genere, metafisici e filosofici, sempre stimolanti da esplorare e forieri di riflessioni di ordine complesso. A questo proposito, con grande onestà, il romanzo fornisce tutte le risposte legate all’intreccio, ma si guarda bene dall’azzardare soluzioni di natura esistenziale.

Unici nei: alcuni salti logici e almeno una coincidenza difficile da digerire, ma questi piccoli difetti si perdonano volentieri, tanto più che l’opera è godibile, specie nella prima metà, anche sotto il profilo della qualità della scrittura, deliziosamente paratattica. 

Forse, ecco, nell’ultima parte la trama accelera troppo… Ma può essere una sensazione data dal dispiacere per la brevità del romanzo. Non disdegnerei, infatti, una revisione in cui gli eventi precipitassero più lentamente, soprattutto perché mi darebbe l’occasione di rimanere in questo stupefacente universo narrativo un po’ più a lungo.

Crisi come sinonimo di opportunità

IN VOLO CON IL VENTO A FAVORE

di Roberta Capriglione

Un romanzo di rinascita, in cui tutto (lavoro, cuore, equilibrio psicofisico) prima va male e poi, con un po’ di fortuna e tantissima determinazione, si risolve in modi inattesi e non lineari, imboccando strade oblique, con soluzioni che potremmo definire alternative, diverse da quello che avremmo auspicato, ma migliori e più soddisfacenti.

L’applicazione pratica, insomma, del concetto di crisi come sinonimo di opportunità.

Detto così può sembrare semplicemente un’opera consolatoria, invece il romanzo si fonda su una graduale presa di coscienza cui la protagonista, Olivia, arriva a poco a poco, non senza qualche falsa partenza, coinvolgendoci, innanzitutto, emotivamente, grazie al calore che irradia come persona. 

Per la sua ricchezza interiore, per il suo buon senso, bellezza e positività, specie quando fa l’impossibile, ossia comprendere le ragioni di chi l’ha tradita, smettendo di puntare il dito contro il soggetto formalmente colpevole, acquisendo, piuttosto, grazie a riflessione, empatia e onestà intellettuale, la capacità di invertire i ruoli e il punto di vista, fino a comprendere che a volte si sbaglia solo per non affogare.

Sullo sfondo una storia d’amore particolarmente romantica che non disturba nemmeno gli allergici come me, perché, se si è multidimensionali e splendenti quanto Olivia si risulta interessanti sempre, qualunque cosa si faccia, si sogni o si elucubri, perché sempre si sarà autentici e profondi.

Meraviglioso il finale, delicato ed entomologico (non spaventatevi, lo è in un senso che può apprezzare chiunque, non solo un’amante dei coleotteri).

E quindi… Grande, Roberta! Chi ha avuto la fortuna di incontrarti di persona non può che riconoscere da vicino mille eccezionali riflessi di te.

Originalità e carisma

SPRAZZI DI UNA VITA PASSATA

di T. C. White

Sapevo che l'autrice usa il pretesto del romance per confezionare storie di rinascita e perle motivazionali infarcite di fisica quantistica, ma qui andiamo ben oltre: ci immergiamo in teorie immaginifiche e articolate che sforano nella miglior  fantascienza. Quella che non si limita ad intrattenere, ma che ci induce a soffermarci su questioni esiziali e variegate: etiche, esistenziali, metafisiche... senza mai dimenticare, però, leggerezza e pathos, con una base di plausibilità documentata e di ottima prosa, attenta al lessico, ma altresì semplice e squisitamente fluida.

Il romanzo mi è piaciuto persino più del precedente “Scintille di un'altra esistenza”, di cui ritroviamo la protagonista, Sabrina, e la allora comprimaria, Cristina, ora assurta a personaggio principale, oltre a Sophia, a completare il trio di migliori amiche, la protagonista di “Frammenti di un'altra vita”. I tre volumi, infatti (di cui devo ancora recuperare il primo), pur essendo leggibili in maniera indipendente, con richiami e corrispondenze facili da cogliere, insieme costituiscono la preziosa serie “Sulle ali della vita”, che mixa abilmente i generi, le emozioni, gli interrogativi ontologici  e vanta più piani di lettura, a seconda del tipo di impegno che si ricerca. 

Questo tomo finale, però, dotato di originalità e carisma, ha il pregio di completare un climax trascendentale molto affascinante, traboccante di stupore, di ideologie positive e vivificanti, tali da infondere nel lettore una sensazione di pienezza e positività, di ristoro e relax, che lo faranno sentire più sereno, ma anche un gradino più in su nel proprio personale percorso evolutivo. 

Grazie, Tiziana!

Un mondo intero

 SUL VIALE DELLE OMBRE

I TESORI DEL NEGROMANTE

di Enrico Scebba

Secondo volume della trilogia “Sul Viale delle ombre”, ambientata dieci anni dopo la prima. Ma più... Più tutto! Meglio costruita, più incalzante, con personaggi di maggior spessore e misteri più intricati e stimolanti!  E pure stilisticamente si osserva una crescita pazzesca: lo stile dell'autore, già maturo nel primo tomo, si affina e perfeziona ulteriormente, contribuendo a rendere l'opera un gioiellino gotico che non ha nulla da invidiare agli scrittori delle grande Case Editrici! E al contempo si ritrovano i pregi della prima avventura: la coralità della trama, le situazioni che si alternano e intrecciano, le sottotrame, l'atmosfera splendida e le ambientazioni curate e suggestive...

Ma la verità è che questo non è solo un libro, è un mondo intero, un affresco multiforme che è bello godere nella sua interezza: non soltanto con i buoni, vecchi protagonisti de “La lacrima del Principe” (Carl su tutti), che è splendido rincontrare potendone osservare l'evoluzione e i cambiamenti (diamine, persino quell'insulsa sciacquetta di Katie adesso ha il suo perchè), ma completando il quadro e la resa scenica con i personaggi de “La paziente 99”, in primis Barbara Phoenix, che ci appaiono ora sotto una luce diversa, non più semplici vittime, ma... Ma taccio. Non voglio spoilerare. Sappiate, però, che ho dovuto rileggere la recensione e togliere i punti esclamativi perché nella prima stesura ce n'erano così tanti che, come disse una volta un utente instagram, avrebbero rischiato di finirvi in un occhio.  

Il mio sconsiglio? Occhio agli spin-off!