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giovedì 31 gennaio 2019

Nonostante il passare degli anni

PICCOLE DONNE
di Louisa May Alcott


Classico romanzo per fanciulle ambientato ai tempi della Guerra di Secessione Americana, pieno di buoni sentimenti, ma anche di forza, di solidarietà e di calore umano dagli accenti autentici, che si mantiene avvincente e frizzante nonostante il passare degli anni, e il più delle volte riesce a non capitombolare nella stucchevolezza. 
Il libro diventa appassionante soprattutto dopo la comparsa di Laurie, il vicino di casa, benché ad incantare siano principalmente l'armonia e l'affiatamento, pur vulnerati da piccoli screzi, alterchi e difficoltà, della famiglia March, e delle quattro sorelle adolescenti che la compongono: Meg, Joe, Beth ed Amy, povere, sovente in contrasto tra loro, ma fondamentalmente unite e serene, a dispetto dei piccoli e grandi problemi che si trovano ad affrontare nella quotidianità. In cui ognuna, grazie anche ai saggi consigli della mamma, riesce ad essere meravigliosamente se stessa e a spiccare per le proprie qualità. Specialmente, è noto, l'inarrestabile Joe, sempre piena di risorse.
La trama è semplice, ma non scontata, e ci sono momenti di grande commozione (il rapporto tra Beth e il signor Lawrence su tutti) e se anche, tra riduzioni cinematografiche e televisive e cartoni animati, ormai la storia non abbia più segreti per nessuno, è sempre confortante e dolce ripercorrerla ancora una volta. Per esempio spinti dalla bellissima edizione della Giunti: illustrata, impreziosita da caratteri grandi e chiari, e da una magnifica copertina rigida, signorile e solida, ma non priva di fronzoli che facciano sognare.
A questo punto ho bisogno dei seguiti: Piccole donne crescono, Piccoli uomini e I figli di Joe!!!

mercoledì 30 gennaio 2019

OTTA AWARDS 2018 - V

SERIE TV


Iniziate 62 (tra cui qualcuna in corso) e terminate 45. 
Anche se non è una vera e propria Serie Tv, tra tutte nel mio cuore ha spopolato senza confini e senza rivali “Rick & Morty” (post 25 ottobre 2018), che amo incondizionatamente con le sue tre stagioni, una più incredibile dell'altra, e che ha il potere di sganciarmi da terra e dalle insulsaggini e dagli obbrobri della quotidianità per farmi finire nello spazio e guardare ogni altra cosa (compresa me stessa) da lontano e con divertita superiorità. I love you Rick, non importa se sei un vecchiaccio ubriacone e ruttomane!
Se no, tra le novità, ho apprezzato il divertentissimo e fresco “La fantastica signora Maisel” (post 23 febbraio 2018), l'interessante “Il Miracolo” (post 2 luglio 2018) ed “Elite” (post 5 novembre 2018), pur di un paio di spanne più in basso dei precedenti, oltre, naturalmente, allo strabiliante “L'Amica Geniale” (post 21 dicembre 2018), che è stato una vera sorpresa. Purtroppo “Disincanto” (post 4 ottobre 2018) è stata meno scoppiettante del previsto, ma in generale l'ho comunque gradita. 
Tra le seconde (e successive) stagioni delle varie serie iniziate negli anni scorsi, invece, ho preferito: “Dirk Gently 2” (Come diavolo hanno potuto cancellarla??? Come???), “Black Mirror 4”, “Glow 2” (persino più bella della precedente, forse perché conosciamo meglio le protagoniste) e “The Good Place 2” (più immaginifica della prima stagione, per quanto un poco dispersiva). 
Sebbene, a proposito, tra le sitcom confermo che niente sia al livello del buon vecchio “Friends” (post 4 dicembre 2018), di cui con MPM abbiamo quasi finito di rivederci le dieci stagioni (ci mancano poche puntate dell'ultima), benché “Modern Family”, ormai giunto alla nona stagione, abbia continuato a difendersi bene, mentre tra le novità ho adorato (nonostante poi cominci a diventare un po' ripetitiva e stanchi) “A.P. Bio”.
Ecco tutto.
Però se cercate nel blog (basta cliccare sul tag Serie Tv qui sotto) ne ho recensite molte altre. 
Da domani si torna alla normalità.
Baci.

martedì 29 gennaio 2019

OTTA AWARDS 2018 - IV

FILM


Anno magro, il 2018: 141 film, contro i 191 dell'anno precedente... oltretutto ne ho recensiti pochissimi – che segnalo, come sempre, fra parentesi – perché... be', perché ai film preferisco i libri (che ci devo fare?). 
Cominciamo con quelli che, per un verso o per l'altro, mi hanno colpita di più, ovvero:
“The Ones Below – I Nuovi Vicini” (2015) di David Farr – che mi ha agghiacciata ben bene, dall'inizio alla fine, pur non essendo un horror;
“Madre!” (2017) di Darren Aronofsky, su cui mi sono già pronunciata (post 16 marzo 2018), ma che resta pazzesco;
“The Congress” (2013) di Ari Folman, molto originale, seppur non eccelso;
“The Belco Experiment” (2016) di Greg McLean, vagamente disumano e profondissimamente umano al contempo, con uno stimolante incipit;
“Ogni cosa è segreta” (2014) di Amy Berg, infido e scioccante,
“The Party” (2017) di Sally Potter, pare una pièce, ma è sorretta da un cast strepitoso e da una sceneggiatura al vetriolo entusiasmante;
“Terminal” (2018) di Vaughn Stein, lentino, eccessivamente stroboscopico, ma piacevolmente cervellotico.
Si badi, ho detto che questi film mi hanno colpita, non che mi sono piaciuti. Alcuni di essi, in realtà, mi sono anche piaciuti, ma di sicuro in ognuno il piacere strettamente intellettuale (???) prevale sul coinvolgimento emozionale.
Tra le pellicole che invece ho amato a tutto tondo e che mi hanno lasciato pure un bel sentimento, invece: il biografico “Professor Marston & the Wonder Women” (2017) di Angela Robinson; lo spumeggiante ma impegnato “Il diritto di contare” (2016) di Theodore Melfi, di cui non vedo l'ora di leggere il romanzo; il grandioso “The Greatest Showman” (2017) di Michael Gracey (post 7 maggio 2018); e “Tonya” (2017) di Craig Gillespie (post 25 luglio 2018), perché adoro Margot Robbie e adoro Tonya persino di più... anche se il più bello in assoluto è l'eccellente e durissimo “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” (2017) di Martin McDonagh, autentico capolavoro.
Una menzione d'onore a “Blade Runner 2049” (2017) di Denis Villeneuve, che è riuscito ad arricchire la mitologia di Blade Runner senza insudiciarne il ricordo (post 27 febbraio 2018).
Tra le commedie nere, la palma delle migliori (oltre a “The Party”) va a: “Suburbicon” di George Clooney (2017) e “In ordine di sparizione” di Hans Petter Moland (2014), tutt'e due di ottimo livello.
Mentre tra i Cartoni animati scelgo senza esitare “Loving Vincent” (2016) di Dorota Kobiela e Hugh Welchman (post 7 marzo 2018) e “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak (tra gli altri). Avrei voluto menzionare altresì “Mary e il fiore della strega” (2017), che sulla carta era il mio favorito, ma... c'era qualcosa che non andava nella pellicola. Anche “Gatta Cenerentola” è altamente imperfetto, ma in modo perturbante ed ipnotico e l'ho trovato complessivamente superiore.
In ultimo, tra i più spassosi ricordo : “Fido” (2006) di Andrew Currie (post 22 maggio 2018) e “Game Night – Indovina chi muore stasera?” (2018), che mi ha fatto sbellicare, mentre per la categoria horror (che non può mancare) trionfa lo sfumato “Hereditary – Le Radici del Male” (2018) di Ari Aster, che presto recensirò.
Domani si conclude con le Serie Tv.

lunedì 28 gennaio 2019

Chi non muore...

IL RITORNO DELLA FIGLIOLA PRODIGA


Sarei io, la figliola prodiga. Solo che non sono prodiga, sono stanca. E non so fino a che punto io sia veramente tornata.
E' vero MPM è stato malato.
Poi sono stata malata io (e ho ancora una tossaccia maledetta).
Poi, semplicemente, non ho più avuto voglia di scrivere. 
Mi spiace, ma sono distrutta e il lavoro mi sta ammazzando. Faccio più ore dell'orologio e ho più stress di... di un cammello stressato (non so perché un cammello... Ma suvvia, dubito facciano una vita piena di gioia). Insomma, mi sono presa una pausa, e nemmeno l'ho denunciata. E nemmeno prometto di non prendermene altre. 
Che fossi un po' alla frutta lo avevo già detto.
Ora sono ancora di più alla frutta.
Cerco di tirare avanti, ma se tra un paio di mesi (o prima, o dopo) dovessi decidere di chiudere, in via provvisoria o definitiva, non stupitevi.
Al di là di ciò... devo finire gli Otta Awards.
Mancano Film e Serie Tv, e i post sono già pronti. Poi si tornerà alla normalità. Finché reggerò. E vedremo. 
Baci.

lunedì 7 gennaio 2019

CI RISIAMO!!!


MPM DI NUOVO MALATO


Era accaduto anche lo scorso anno, proprio in mezzo agli Otta Awards, quindi non è di buon auspicio, ma ormai possiamo considerarlo un appuntamento quasi inevitabile: MPM sta di nuovo male!
Nonostante lui sia disposto a spergiurare il contrario, non sta morendo e ha solo l'influenza, ma abbastanza per debilitarlo e ridurlo ad uno straccillo pieno di esigenze (che diamine, oggi ho persino dovuto stendere, povera bambina, e io sono abituata ad essere servita).
Ad ogni modo, pure i post ne risentono e i due ultimi Otta Awards (film e serie tv) slitteranno un peluccio più in là. Ottimisticamente a giovedì e venerdì. Sono, infatti, post particolarmente impegnativi per via dei link... che io proprio non so mettere.
E quindi... e quindi l'unica cosa che posso fare – mentre MPM mi tortura con della musicaccia italiana dai testi approssimativi che mi entrano nel cervello, mortificandolo – è cercare di immergermi nelle mie sane letture.
Attività utilissima, tra l'altro, per vincere il miscuglio di angoscia e amarezza che mi sta deprimendo con metodica intensità all'idea – atroce – di aver appena finito le ferie...
Mentre scrivo, infatti, sono le 18.30 del sei gennaio. L'Epifania. Che tutti sanno che brutto tiro gioca alle feste.
Snif.
Valar Morghulis.
P.S.
Se riesco a pubblicare questo post dal pc (ovviamente senza foto), magari vi tengo aggiornati sui progressi di MPM. Se no... ci si vede quando ci si vede (ossia quando MPM resuscita). Baci.




venerdì 4 gennaio 2019

OTTA AWARDS 2018 - III

FUMETTI


Nel 2018 ne ho letti 165, contro i 180 del 2017 e i 131 del 2016 (ovviamente senza contare i formati da edicola, che quest'anno ignoro bellamente in tutti i sensi possibili). Perciò, procedendo in ordine sparso, i vincitori sono:
“Jonas Fink – Una Vita Sospesa” di Vittorio Giardino, ed. Rizzoli Lizard (6 aprile 2018) – Vi ho già detto quanto l'ho amato, vero?;
“La mia Cosa Preferita sono i Mostri” di Emil Ferris, ed Bao (4 maggio 2018) – semplicemente un capolavoro... e siamo in attesa del secondo volume!;
“Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh, ed. Rizzoli Lizard (15 maggio 2018) – intensissimo ed indimenticabile;
“Fun Home” di Alison Bechdel, ed. Rizzoli Lizard (15 marzo 2018) – per crescere e riflettere, acquisendo consapevolezza di sé, fra un sorriso e una lacrima;
“La Chiamata” di Elisa 2B, ed. Beccogiallo (31 luglio 2018) – per quanto mi riguarda, la miglior esordiente italiana del 2018, in particolare per il montaggio e la libertà stilistica;
“Una Sorella” di Bastien Vivés, ed. Bao – non l'ho recensito, ma è pura poesia; 
“The Love Buglers” di Jaime Hernandez, ed. Oblomov – Non ho recensito nemmeno questo (mi spiace, ma mica recensisco tutto quello che leggo! Come farei se no?)... ma, vi assicuro, è incantevole. Amavo già Jaime Hernandez, ma qui si è superato! 
“Cicala” di Shaun Taun, ed Tunué  – meraviglioso... ma in questo caso ho già detto tutto nel post (22 ottobre 2018), cui vi rimando!
“Capire Israele” di Sarah Glidden, ed Rizzoli Lizard (30 marzo 2018), fresco e illuminante;
“Black River” di John Simmons, 001 Edizioni. Non l'ho recensito, ma in due parole è una colica renale. Sul serio. Disturbante e magnetico. Ma soprattutto una colica renale. In senso buono. No stomaci deboli.
Tra i non recensiti anche: “La Scimmia di Hartlepoole” di Wilfrid Lupano e Jérémie, ed Tunué, assai simpatico e intelligente, con tocchi di genialità, “Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” di Eleonora Antonioni e Francesca Ruggiero, ed. Eris, molto carino, anche sotto il profilo grafico, e con momenti di autentica originalità, “La Guerra di Catherine” di Julia Billet e Claire Fauvel, ed. Mondadori – molto delicato, ma di spessore – e “Cinzia” di Leo Ortolani, ed. Bao, cui, però, mi riprometto di dedicare presto un post monografico, perché mi ha proprio sorpresa (in positivo).
Tra le serie, invece, nomino: “The Walking Dead” e la novella “Extremity” (7 febbraio 2018) entrambe pubblicate da Saldapress, “Papergirl” e “Black Science” edite da Bao. 
Mentre l'autore più interessante che ho scoperto nel 2018 è senz'altro Guy Delisle,  di cui, nell'ordine, ho adorato “Pyongyang” (19 giugno 2018), “Cronache di Gerusalemme” e “Cronache Birmane” tutti di Rizzoli Lizard (la prossima settimana mi arriva “Fuggire”). 
A lunedì con i film.

giovedì 3 gennaio 2019

OTTA AWARDS 2018 - II

ALTRI LIBRI


Intesi come libri diversi da romanzi... E tra questi, includo – a schiovere – di tuttunpo': saggi, teatro, poesia, arte, cinema, critica letteraria... 
Come già annunciato, presento i vincitori alla rinfusa, tra quelli per cui, per ragioni diverse e spesso non paragonabili, sono stata più grata:
“La Cospirazione contro la razza umana” di Thomas Ligotti (26 luglio 2018) – pessimistico, certo. Ma sublime.
“L'Arte di Governare la Carta” di Ambrogio Borsani (17 maggio 2018) – come resistergli? Sembra scritto per me. Ma ora ho per le mani “La Biblioteca di Casa” di Enrico Guida... Quindi forse è l'Editrice Bibliografica, che ha pubblicato entrambi, che mi ama...
“I Segreti di David Lynch” di Matteo Marino (30 luglio 2018) – se ti attizza l'argomento, non ti può mancare: esaustivo, intelligente, divino.
“Atlante dei Luoghi Letterari” di Laura Miller (21 maggio 2018) – mi riempie di gioia anche solo sfogliarlo.   
“1998-2018 Vent'anni di Fumetto in Italia” Ed. Comicon (18 luglio 2018) – potrei dire, idem come sopra. Ma qui c'è qualcosa di più perché non è solo un'opera compilativa, ma critica e con una prospettiva diversa rispetto alle classiche pubblicazioni del settore;
“Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés (24 settembre 2018) – per tutte le donne a cui per Natale ho regalato un libro ho scelto questo. Da conservare per i periodi di difficoltà, in quanto capace di trasmettere energia, conforto e positività; 
“Chiodi” di Agota Kristof – librino di poesie intenso, ma non all'altezza della sua produzione letteraria dell'autrice, e tuttavia utile per meglio interpretarla e comprenderla. L'ho letto a giugno, ma non l'ho recensito perché mi sembrava di non avere nulla di nuovo da esprimere al riguardo; 
“Guida alla Letteratura degli Stati Uniti” Ed. Odoya (29 ottobre 2018) – Perché non ne pubblicate altri? Perché? Ho già quello sulla letteratura tedesca, ma vorrei tutte le letterature. Tutte. Per favore...

P.S.
Domani parliamo di fumetti!

mercoledì 2 gennaio 2019

OTTA AWARDS 2018 - I

ROMANZI


Nel 2018 ho letto 97 libri (contro i 116 del 2017), perciò parecchi di meno, benché, comunque, uno in più rispetto al 2016.
Sia come sia, ecco i miei prediletti tra i romanzi, per una volta in ordine di preferenza – non abituatevici, perché le altre categorie saranno presentate nella più completa rinfusa:
1) “Cent'anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez (8 novembre 2018) – indubbiamente il migliore, e ancora rimesta il mio spirito;
2) “Angel Heart” di Willian Hjortsberg (1 giugno 2018) – non per tutti i palati, dato l'argomento scabroso, ma molto apprezzato e ben scritto;
3) “Vita di Pi” di Yann Martel (13 febbraio 2018) – la fine, in particolare, è magica;
4)  “Io so perché canta l'uccello in gabbia” di Maya Angelou (25 aprile 2018) – dolcissimo, spaventoso, divertente, produce indignazione e incanto;
5)  “Brighton Rock” di Graham Greene (5 dicembre 2018) – per la finezza ruvida della prosa e per l'argomento;
6)  “L'inganno” di Thomas Cullinan (5 ottobre 2018) – quando ci sono tante donne insieme e un solo uomo, per giunta giovane e attraente, c'è sempre da divertirsi...; 
7) “Tante Piccole Sedie Rosse” di Edna O'Brien (21 febbraio 2018) – scioccante e splendidamente misurato;
8) “Lo Schiaffo” di Christos Tsiolkas (12 ottobre 2018) – interessante ed istruttivo: da leggere specialmente se si è madri di bambini odiosi. O anche solo di bambini.
9) “Nuvole di Fango” di Inge Schilperoord (11 ottobre 2018) – per l'originalità del punto di vista;
10) “Le Nostre Anime di Notte” di Kent Haruf (27 settembre 2018) – che suscita riflessioni significative e discussioni accese.    
Già che sono stati tutti già recensiti (si vedano i post tra parentesi) non mi sdilinquisco più di tanto nel descriverli. Dico solo che la scelta è stata stranamente semplice e che, in effetti, questi volumi svettano su tutti quelli che ho letto nel 2018. In qualche modo, ognuno di essi ti cambia e ti lascia qualcosa di sé.

martedì 1 gennaio 2019

Annuali considerazioni ludico-intellettuali

OTTA AWARDS 2018


Purtroppo questo per me è stato un anno schifoso e ciò, inevitabilmente, si ripercuote sulle mie considerazioni ludico-intellettuali relative ai piaceri annuali (libri, fumetti, film e serie tv). 
Quindi non aspettatevi granché. 
Ho goduto di meno cose e meno intensamente (confidare nell'anno prossimo? Massì. Infondo odio i numeri pari e adoro i dispari. Sebbene, nella mitologia kinghiana il 19 significhi morte... Ma questo è il 2019, perciò va bene. E poi, alla faccia della Torre Nera, io sono quasi sempre stata il 19 a scuola. Inoltre pure Char- significa morte nel linguaggio della Torre. E io mi chiamo Carlotta. Char-lotte, tradotto. Perciò non so. Forse mi salvo giusto grazie al cognome e alla mia collezione di tartarughe... Sì, se ve lo state chiedendo sto delirando. Ma è più facile che non stiate capendo nulla, perciò non mi preoccupo).
Anche gli Otta Awards, quindi – specie se paragonati al tripudio dello scorso anno (dispari) – si riducono e sono meno tracimanti, ridotti alle seguenti categorie, senza dare spazio alcuno al Mio Perfido Marito: Romanzi, Altri Libri, Fumetti (e ci metto tutto: serie e graphic novel, ignorando bellamente la robaccia da edicola che mio malgrado compro), Film e Serie Tv.
Come tutti gli anni il riferimento non è alle “cose” uscite nel 2018, ma a quello che io, nel mio magnifico e glorioso solipsismo, ho letto e guardato nel 2018.    
Bando alle ciance, domani si comincia con i romanzi.
Baci a tutti.