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mercoledì 25 aprile 2018

Le regole non scritte dell'essere neri

IO SO PERCHE' CANTA L'UCCELLO IN GABBIA
di Maya Angelou


La biografia dei primi sedici anni di vita dell'autrice. 
Una vita drammatica, costellata di sofferenza e di ingenuità, di spirito pratico e di poesia, che è un piacere leggere, anche perché lo stile, pieno di forza e di delicatezza, è strepitoso, scevro di retorica e di condiscendenza.
Maya, infatti, bimba di colore, molto sensibile, che vive con la nonna – detta Momma –, lo zio e il fratellino Bailey, da lei adorato, nel Sud razzista del primo Novecento (anni 30), conosce ben presto il disprezzo dei bianchi e le regole non scritte dell'essere neri. Tuttavia, gli occhi con cui ci racconta le sue vicissitudini sono quelli di una bambina, che non conosce tante cose, ma che è piena di saggezza, e che, nonostante la tenera età, sarà costretta a lottare per guadagnarsi più o meno qualsiasi cosa.
Pur così piccola, infatti, le capita di tutto (abusi compresi), anche se, per quel che ci riguarda, ciò che preferiamo, è semplicemente godere della sua compagnia e starle vicino mentre, con sincerità e candore, ricorda i vari passaggi della sua infanzia e i colori vivaci con cui vedeva il mondo. 
Si tratta di una narrazione molto toccante, ma non smielata, che, nella sua semplicità e freschezza, ci precipita nella vita di questa ragazzina, fatta di timori, di paure, di fantasiose quanto assurde ricostruzioni, di privazioni e di orgoglio vilipeso, ma anche di coraggio e di determinazione. Maya non dà giudizi, ma ci mostra come ha vissuto, che cosa ha sentito, e lo fa con una prosa che, lungi dall'essere quella di una fanciulla implume, riesce ad essere profonda e minuziosa quanto genuina. 
Se gli occhi, infatti, sono e restano quelli di una bimba, la sua voce è quella di una donna adulta dalle grandi capacità introspettive. 
Un volume splendido, un classico del Novecento, che per temi e incanto porrei accanto al mio romanzo preferito: “Il Buio oltre la Siepe” di Harper Lee.

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