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lunedì 30 aprile 2018

Si può essere razzisti verso il proprio stesso popolo?

EUROFLORA: COSE BRUTTE

La prima semidisavventura si è verificata mentre prendevamo il treno per Nervi da Brignole... Il bus ci deposita e noi, consultato il monitor con arrivi e partenze, corriamo sul binario 9. Abbiamo 5 minuti. Non abbiamo ancora posato le membra sulla scala mobile che un annuncio, sentito distintamente da tutti, avvisa che, contrariamente a quanto riportato sul monitor, il treno per Nervi è sul binario 3. In massa ci catapultiamo sul 3. Qui il cartello indica il treno per Voltri. Voltri è nella direzione opposta rispetto a Nervi. Nel mentre il treno sul binario 9 ci fa ciao ciao. Viaggia in direzione di Nervi. 
Allora chiediamo. 
Ci dicono che il cartello è sbagliato, ma il binario 3 è giusto. Solo che quando arriva il treno, giunge dalla parte opposta. Proprio come farebbe il treno per Voltri. E, guarda caso, pare proprio diretto a Voltri. Il senso di marcia è quello. Siamo increduli, ma mica poi tanto. Conosciamo Trenitalia. 
Diverse persone (stranieri e turisti extra Liguria col biglietto dell'Euroflora in mano) però evidentemente no, e fanno per salire, fiduciose. Per fortuna spunta il controllore: ci conferma che quello è il regionale per Voltri e noi torniamo al binario 9 per aspettare il treno per Nervi successivo. Perché diavolo quell'annuncio fuorviante? Ci viene risposto che probabilmente c'era troppa gente e dovevano deflazionare un po'... Ah, ecco.  W il rispetto per i passeggeri.
Altra cosa brutta, le file all'italiana: per entrare all'Euroflora, per mangiare, per visitare la Casa del Bonsai... Ci si incolonna per benino, ma i furbi entrano di lato, saltando tre quarti di coda, col risultato che noi ce la facciamo doppia. Gli stranieri guardavano esterrefatti, mentre gli italiani portavano avanti questo sistema senza ritegno, spingendo in avanti, modello ariete, vecchiette e passeggini. In fondo chi direbbe mai qualcosa ad una nonnina? O ad una mamma col bambino? Io, se ne avessi avuta l'occasione. Ma in certi casi basta lo sguardo.
Piuttosto, si può essere razzisti verso il proprio stesso popolo?
A seguire, nella mia carrellata di lamentele, le rovinafoto (sempre donne): non c'è forse un bellissimo gazebo da esposizione? Bene, questa tizia ci si piazza in mezzo e non se ne va più. Non per farsi fotografare lei. Per riposarsi. A un certo punto distende pure le gambe e si mette a leggere il giornale. Una panchina non andava bene? O il prato? Insomma che chi voleva la foto del gazebo doveva beccarsi l'estranea in centro. Idem per l'agrumeto, con due nonnette che ci si sono mezze accampate. Pazienza. Alla fine ho intitolato la mia foto “agrumeto con didietro di signora”. Che sembra star raccattando la sua roba per andarsene. Ma stava solo cambiando posizione...
Seconda disavventura, il pranzo. Io e I. ci mettiamo in coda per comprare da mangiare, mentre i mariti vanno a procacciare tavolo e sedie. Io e I., in attesa di fare lo scontrino, siamo incerte su che cosa prendere: l'opzione piatto assortito ligure ci stuzzica, ma a me pare enorme. Costa 10,00 euro, ma è gigantesco. C'è una lasagna al pesto, una fettona di polpettone e una superporzione di torta di verdura. Io tentenno... Ci vuol tutta che riesca a farne fuori metà. Quasi quasi prendo un piatto solo e lo divido con MPM. Per fortuna I. mi suggerisce di prenderne due, che al massimo ci danno una mano lei e A. Okay, la ascolto. Facciamo lo scontrino. Quaranta minuti dopo, quando finalmente ci ritroviamo i nostri piatti in mano, notiamo che nel frattempo le porzioni sono state dimezzate. La lasagna è piccola, il polpettone minuscolo, la torta di verdura una strisciolina solitaria. Divoro tutto e quando finisco ho ancora fame, allora mando MPM a comprarmi un frullato. Torna dopo un quarto d'ora e mi porge il mio frullato rosa, che è la metà del suo viola. Lo accuso di averlo assaggiato. Lui mi fa notare che la cannuccia è pulita, così il bicchiere trasparente. E' che lo fanno sul momento, mi spiega, e non ne avevano più di quello che volevi tu con la fragola, così me ne hanno dato metà. Sai, era per smaltire la coda... A beh, dico io, allora avrai pagato metà prezzo... No. Il prezzo è intero, la dose no. Scema io a chiedere.    
In ultimo: c'era gente che, con molta fantasia, calpestava le aiuole. Non i prati (che non mancavano). Le aiuole con i fiori. Per chiarire: quando siamo entrati c'era una voce che diceva dall'altoparlante: “E' cortesemente vietato calpestare le aiuole”, che nel pomeriggio era diventata: “E' severamente vietato calpestare le aiuole. Anche quelle con i peperoncini. Non calpestate le aiuole.” 
Ultima avventura, il ritorno. 
Solo che non ho parole per la bolgia che abbiamo trovato quando dovevamo prendere il treno da Nervi a Brignole. Però ho fatto una foto. Tanto per avere un'idea.

P.S.
Neanche a dirlo, fila all'italiana.

P.P.S.
In conclusione: l'Euroflora è stata bellissima, il Parco di Nervi è stato bellissimo, mi sono rilassata, divertita e stancata da morire. Ma i miei week-end di lettura matta e disperatissima sono mille volte meglio!!!

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