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lunedì 16 aprile 2018

Una favolosa tricromia cangiante

GLI ORCHI DEI - PICCOLO
di Hubert e Gatignol


Fumetto notevole, tanto sotto il profilo grafico, con disegni morbidi e fluidi come in un cartone animato, dal tratto ben delineato, ricco di riflessi e sfumature, e una favolosa tricromia cangiante, tanto in ordine alla trama, che per certi versi sembra far eco alle antiche fiabe, mentre per altri appare sagace e anticonvenzionale, sottintendendo numerose tematiche affascinanti (amore, riproduzione problematica, legami parentali...).
Lo stampo è fantasy, ma con accenti splatter e cannibalici e splendide sequenze d'azione, con commisture peculiari e un sostrato mitologico assai strutturato, accoppiati ad una saga familiare delle più mostruose.
I protagonisti, infatti, sono orchi. Ma non in stile Tolkeniano... Questi, infatti, sono frutto di applicazioni darwiniste e trovano la loro origine negli esseri umani che, nel corso dei secoli, a furia di sposalizi mirati, si sono distinti dagli altri divenendo giganteschi.
Più che orchi, in effetti, si tratta di giganti.
Alcuni dalla natura gentile, come la povera zia Desmé, altri, come l'orrendo Re o i suoi tre figli gemelli, degli orribili bruti, non troppo intelligenti.     
Piccolo, chiamato così in base agli standard locali, ma più grande rispetto a un semplice umano, viene salvato dalla madre alla nascita (diversamente verrebbe immediatamente sbranato dalla corte, proprio per via delle sue dimensioni ridotte), e affidato alla buona zia Desmé, che cerca di inculcargli sani principi.
L'opera è interessante e piena di spunti. E non si limita a raccontarci della crescita di Piccolo, ma ci spiega l'intera saga familiare. Si alternano, dunque, il fumetto vero e proprio con la storia del protagonista a belle pagine di narrativa più tradizionali, che si incentrano sui diversi avi, magnificamente amalgamate al resto.
A parte ciò, fa un po' senso assistere al trattamento riservato agli umani. Non solo per via della loro condizione di schiavi, ma per come basti un gesto sbagliato per essere divorati. O peggio. Anche da personaggi da cui, volendo, potremmo aspettarci un comportamento diverso. Il riferimento, in particolare, è alla madre di Piccolo, che sa essere accudente e protettiva, ma, quando non si rapporta alla prole, rimane un vero e proprio mostro.
Primo di cinque volumi, ma con un inizio e una fine.
Che, tuttavia, promette molto altro.

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