Sono una nichilista, questo si sa. Nichilista a livello universale. A livello personale ho un'innata propensione all'ottimismo e, in generale, sono una persona felice. In fondo, come sempre mi ricorda MPM, a me bastano i miei libracci: se posso scrivere e leggere, la vita mi appare comunque soddisfacente. Il resto è un intervallo tra due pagine.
Ciò non di meno i periodi di cacca nera li ho anche io, e questo è uno. Bello grumoso, per giunta. In cui l'intervallo fra le due pagine sembra infinito. Vincere al giochino di chi ha l'esistenza che fa più schifo non mi interessa e nemmeno sapere che ci sono altri che stanno peggio di me. Sul serio, che me ne cale degli altri? Specie di quegli altri ipotetici che manco conosco? Niente, perché dovrebbe? Non sono una da mal comune mezzo gaudio. E mica posso risolverli io i problemi degli altri. Ma i miei sì. I miei problemi dipendono da me, anche quando sono del tutto impotente e non posso farci una cippa. È una verità. Quindi mi sono spremuta sul come affrontarli in modo costruttivo per evitare che mi riducano ai minimi termini. E ho trovato una soluzione. Una semplice e banale, ma efficace, tanto in pratica, quanto, secondo me, sul piano filosofico. La soluzione, l'unica che c'è, è l'accettazione. Finché hai delle speranze ti illudi e soffri. Quando non ne hai più smetti. E a quel punto trovi qualcos'altro. Oh, lo so: non è facile. È il tuo cervello ad ingannarti, la tua natura stessa di essere umano a cercare scappatoie, e, come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire. Il tuo compito è lasciare che crepi. Ammazzala. Torci il collo alla sgualdrina. Fa male, fa un male d'inferno. Ma tu fallo. Secca quella speranza del kaiser. E il gioco è fatto. Sei nel nulla. E il nulla è un foglio da riempire. La figata è che ci puoi mettere quello che vuoi. Puoi colorarlo. Puoi dargli una forma diversa. Anche una buffa o assurda. Puoi riempirlo di omini col turbante o peperoncini. E a quel punto sei tu che decidi se essere triste o felice. E, al diavolo, io decido di essere felice. Perché comunque tutto è relativo e il nostro presente è insignificante rispetto all'espansione dell'universo. Fanculallero fanculallà.
mercoledì 27 giugno 2018
COME SUPERARE L' INFELICITÀ COSMICA E DEVASTANTE
lunedì 25 giugno 2018
MPM DIMESSO!!!
Per fortuna perché stava diventando talmente insopportabile con le sue paturnie ospedaliere che stavo pensando di venderlo alla Fiera dell'Est, ma dubito che sarei riuscita ricavarne due soldi o un topolino.
La colpa non è solo sua, oggettivamente me lo hanno ridotto a un colabrodo: morale a pezzi, braccia bucate peggio che un tossico all'ultimo stadio, ematomi ovunque, debolezza cronica.
Certo, lui ci ha messo del suo: non ha voluto libri né computer, e ha deciso di votarsi alla pura noia totale.
Per rincuorarlo, stasera che finalmente è a casa, gli ho concesso di farmi un lungo massaggio ai piedi, l'ho tiranneggiato per farlo sentire a suo agio e non dargli l'idea di venir trattato in modo diverso, e l'ho costretto ad accudirmi amorevolmente, perché questo è il mio destino.
Inoltre, siccome sono pure generosa, gli ho concesso un po' di vacanza dai post, almeno fino a che deve ingurgitare antibiotici. Fino a sabato, dunque.
Nel mentre proverò - se non demordo - l'ebrezza della diretta. Non mi dispiace, in realtà: in questo periodo ho bisogno di una valvola di sfogo. Da che cosa? Oh, suppongo di essere in fase inversa. Semplicemente vengo percorsa da feroci lampi di odio che mi diverto a riversare - con squisito e algido sadismo - su chiunque osi stuzzicarmi.
Ieri io e MPM abbiamo persino litigato.
Ecco qualche scampolo. Lo riporto perché, devo ammetterlo, il mio tesoro è così surreale che ha la capacità di farmi ridere anche mentre vorrei ucciderlo:
- Quando non sei dalla mia parte sei brutta. E non copiare i miei maiuscoli. (...) Ora vado a dar da mangiare alle zanzare che avranno fame.
- Augura alle zanzare buon appetito. Puzzone.
- Brutta. Mi hanno detto che oggi mi dimettono.
- Sono contenta per te e per il fatto che forse non dovremo divorziare. P.S. ho bisogno che mi recuperi i numeri sul Cloud.
- Mi sono fatto dimettere per questo! Per tornare a servirti!
- Bravo!!!
La verità è che sono davvero contenta di riaverlo a casa.
Non per i servigi.
Perché senza di lui c'è il Nulla che avanza.
domenica 24 giugno 2018
MPM: piani di fuga
Sodoma Ligure. Ospedale Senza Nome.
Giorno 4 della mia prigionia.
La notte è davvero lunga a volte. Il sonno qui è un insieme di pisolini interrotti da suoni e lamenti. Il modo migliore per arrivare alla mattina seguente è quello di progettare piani di fuga. Arte, questa, in cui mi sto specializzando.
All'inizio avevo pensato di fuggire per i tetti con la mia inseparabile asta per la flebo, quella che chiamo "bastone di Gandalf". Già ci vedevo su una spiaggia a bere the freddo, io, e un po' di olio, lei, ma è sorto il più classico dei problemi: non ho idea di come si acceda al tetto. L'unica piantina appesa nella cella è quella che ci dice cosa mangeremo (e non mangeremo) l'indomani. Ecco perchè era tornato in auge il piano di riserva: scavare un tunnel nel bagno, usando la macchina per misurare la pressione come esplosivo. Mi basterebbe appoggiarla al pavimento e restare rilassato, molto rilassato. Agli ultimi giochi tra reparti, avevo ricevuto un punteggio decisamente di prim'ordine. Funzionerà! Ne sono certo.
Ora chiudo perchè hanno portato un nuovo prigioniero. Ha la barba! Potremmo coalizzarci! Eccellente...
Sono il numero 4. E sogno la libertà.
sabato 23 giugno 2018
VOGLIO DORMIRE
Dannazione, ho sonno. Un sonno del diavolo. Ma di dormire non c'è verso. A parte il fatto che ho appena beccato uno stupido moscerino a saltarmi sulla faccia, mentre Paco, imperterrito, dà testatine cocciute contro la porta perché vuole entrare in camera, be', accipigna, non ci riesco. Eppure sto crepando di sonno. E ne ho ben donde, devo dormire. E a tratti mi sembra pure di sognare. Ma sono sveglia. E sto scrivendo sul cellulare (oppure sono in un sogno del Re Rosso. Quello di Alice, non quello di Roland) mentre mi si sta scollando la faccia per la stanchezza. Intendiamoci, a prescindere dalla mancanza di MPM io e l'insonnia siamo vecchie amiche e un po' ci sono abituata. Ma di solito ho MPM che mi racconta una favola, appunto. O gli tocco un piede. Oppure leggo. Il problema è che ora sono troppo devastata per farlo (sic!) e mi si incrociano gli occhi. Che, a proposito, sembrano due fosse di buio. A questo punto, d'abitudine, mi cerco una fantasia in cui immergermi, ma non ci riesco, se non sono felice. Musica? No, grazie. Ho un rapporto conflittuale con la musica. Mi fa da sensibilizzatore e devo essere serena per ascoltarla, se no sbarello. Allora provo a immaginare MPM. Dato che mi sforzo di delineare un quadro realistico, mi sento sgridare perché faccio rumore coi tasti del telefonino, perché non ho acceso la luce rovinandomi la vista e poi perché sto scompaginando il letto a furia di girarmici. Caro, ti amo, ma ti vengo a trovare domani. Che ormai si chiama oggi. E ora, magari, mi faccio pure una dormitina. Buonanotte.
venerdì 22 giugno 2018
SOLA!!!
Stasera provo a scrivere dal pc, che, maledizione, con il cellulare divento pazza. Dato che non sono certa che riuscirò ad inserire il titolo da qualche parte, ecco, intanto lo sbatto qui: SOLA!!!
Sola, infatti. E abbandonata. E triste. E blé.
E non so neanche corredare il testo con le immagini.
Questa è la prima volta che dormo senza MPM in casa di Paco. Ieri sono andata dai miei, a Pietra, giacché non sono troppo distanti dall'ospedale, nel mio prezioso Reame libresco, nonché luogo di potere, ma oggi sono dovuta rimanere ad Alassio perché... Beh ero distrutta. Altra mattinata campale conclusasi alle 13.30 circa a Savona. Viaggio con Claudia Big. Poi (14.30), pranzo con Ila che - benedetta ragazza - mi ha aspettata autodigerendosi (senza manco farmelo pesare) perché sa che da sola non mangio. Indi sortita rapida chez Paco, che, poveretto, in questi giorni è stato fin troppo solo e infatti mi ha riservato svariate danze della morte e cacche di avvertimento. Giungo in studio per le 16.00 circa per preparare il necessario per lunedì. Non è che connetta molto. In teoria dovrei partire alla volta di Pietra per le 17.50, onde poter rispettare gli orari di visita ospedalieri, ma sono in alto mare, bollita, e, soprattutto, non riesco nemmeno ad alzarmi dalla sedia per andare a far pipì. Silvia mi ha fatto da badante, povera cucciola (nel senso che mi ha dato una mano con le incombenze, non che mi ha procacciato una padella). Quando finalmente ho finito tutto, 19.30 circa, volevo solo tornare a casa e morire. Tuttavia, appena varcata la soglia e realizzata l'assenza di MPM, una voragine cosmica si è impossessata di me. Sola!!! Anzi sola con Paco, che è peggio, perché il piccolo mostro, arrabbiato, ha pensato bene di far la pipì sul tappeto. Più altre cacche di avvertimento. Maledetto. Sicuramente si è vendicato per le tante ore di abbandono di ieri... Per consolarmi ho telefonato a MPM, ma mi sembrava stanco e moribondeggiante, così l'ho risparmiato. E dato che, come ho detto, da sola non mangio - e in più il Nulla stava avanzando ed era in procinto di fagocitarmi di nuovo - dopo aver sbattuto pomodori e insalata in una ciotola con del condimento casuale, ho chiamato Vi, che si è sorbita un'ora e quarantuno minuti di telefonata-confessione su vari tragici argomenti e dieci minuti di masticazione selvaggia. Mi ha rallegrata e sollevata, ma adesso il mio fardello sta per ripresentarsi, lo sento incombere e gigioneggiare. Allora faccio l'unica cosa sensata in questi casi (come in qualunque altro caso): scrivo. La circostanza che scriva deliri è secondaria. Anzi, vi avviso già che, se le cose per la mia psiche dovessero mettersi male (e potrebbero, giacché avrò dormito dodici ore in tre giorni e nessuno mi sta accudendo - a parte Paco e Silvia, che, cara com'è, mi intrattiene via messaggio -) passerò la notte così. A delirare. Tra l'altro da mezzanotte sono di turno, indi ci sta proprio. Snif. Sob. Sola!!! E pensare che ogni volta che mon amour faceva capolino dalla porta mentre io ero qui sul divano a pigiare i tasti del computer o a leggere, mi dileggiava sostenendo che io fossi contrariata dal suo arrivo, perché mi toccava interrompermi. Uffa. Come vorrei che fosse qui a darmi fastidio. In una botta mi ritrovo: senza marito, senza maggiordomo, senza confidente, senza migliore amico, senza bussola. Sopravviverà la nostra eroina a questi drammatici giorni? Speriamo di sì, anche perché MPM ne ha almeno fino a domenica... Comunque, intanto, vediamo se riesco a mettere su il presente vaniloquio.
P.S.
Si avvisano i gentili utenti che questo non è un post ufficiale. I post ufficiali sono rinviati a data da destinarsi.
giovedì 21 giugno 2018
MPM ALL'OSPEDALE
Questa la novità di oggi. Esco per andare in Tribunale e mi ritrovo il coniuge ospedalizzato. Per dindirindina. E mentre ero in udienza le ipotesi fioccavano: calcoli al fegato? Al rene? Un'ernia? E vai con gli esami: eco, TAC e chi più ne ha più ne metta. Ad un certo punto il medico, seccatissimo, se n'è dovuto andare. Doveva recarsi in Tribunale a Savona perché un cavolo di avvocato voleva che testimoniasse in un procedimento penale. Indovinate chi era il cavolo di avvocato? Ops. Ho rapito il medico a mio marito. Ad ogni modo alla fine MPM è sopravvissuto e, pare, ha solo un'appendicite. Quindi non preoccupatevi, ce la farà. Il problema è che, per quanto sarei anche tentata, non posso costringerlo a mettere su i post dal letto di Santa Corona, a digiuno con gli occhioni lucidi e la flebo al braccio. Perciò, ecco, mi dispiace, ma i post sono sospesi fino a che mon amour non si riprende. Salvo che non riesca a pubblicare io qualche sproloquio tipo questo. Vedremo. Intanto: forza MPM!!! E speriamo che non mi si cancelli tutto. PS non so se riuscirò a metterci la foto. Ma se ci riuscirò sarà una foto casuale. Tipo la foto di un piede. O di Eugeene, la megasoma mars amica di Vi.