LE
STORTURE DI TRENITALIA
Sono
tante e dense di colore nostrano (tra scarafaggi, ritardi, mala
informazione, annunci sbagliati, aria condizionata congelante...)
vissute in prima persona da me o discusse con altri sventurati
viaggiatori (c'è chi mi ha raccontato, ad esempio, di essersi dovuto
fingere un albanese senza documenti per evitare la multa di €
200,00, dopo aver rappresentato al controllore – cercato dal
passeggero in questione appena salito sul mezzo – di non aver
potuto fare il biglietto causa macchinetta rotta e biglietteria
chiusa)... Insomma, se mai vi chiedeste quali sono le tre parole che
ho sentito ribadire più spesso in stazione, sappiate che si tratta
di queste: “E' una vergogna!”, pronunciate da giovani come da
anziani, da turisti come da pendolari, con diversi gradi di
risentimento, rabbia ed esasperazione. Del resto, in questa bella
Italia, che diritto rimane al viaggiatore se non quello di
lamentarsi?
Ecco
che mi è successo stamattina.
Oggi
sono di turno, mi chiamano alla 3.30 di notte (non le Ferrovie dello
Stato;)) affinché questa mattina mi rechi a Savona per le 9.00.
So
benissimo che ore 9:00 significa ore 9:30 e seguenti (che possono
essere anche le 12.30 – 13.00), quindi, nonostante sia conscia che
la regola del pendolare vuole che si debba sempre prendere il treno
prima rispetto a quello che arriva più o meno puntuale, decido che
il regionale che parte da Pietra Ligure alle 8.22 possa andare bene.
Secondo il sito delle Ferrovie dello Stato dovrei arrivare a Savona
per le 8.52, e quindi riuscire ad essere al punto x per le 9:02.
Aggiungo i 10 minuti di ritardo standard, e calcolo di farcela per le
9.12. Okay, bene.
Prima
di fare il biglietto, mi informo circa il ritardo del treno (che il
ritardo ci sia è quasi scontato) ed infatti l'uomo allo sportello mi
riferisce che oggi sono “solo” venti minuti. Okay, mi dico:
arrivo per le 9.22, ce la faccio. Perfeziono l'acquisto. Oblitero.
Passano 5 secondi. Il ritardo ora è magicamente aumentato a 30
minuti. A questo punto, calcolo, arrivo oltre le 9.30: siamo fuori
range. Potrei rischiarmela, ma se in 5 secondi siamo passati da 20 a
30 minuti, facile che il passo successivo sia 40. Se non la
soppressione del treno. E poi, è vero che abbiamo detto ore 9.30 e
seguenti, ma se fossero proprio le 9.30, quelle in cui io vengo
chiamata? Nel caso in cui io non ci fossi mi beccherei un
bell'esposto. Quindi è meglio che ci sia (si sa quel che recita la
Legge di Murphy).
Faccio
un paio di telefonate, rimedio un passaggio in auto e, mentre aspetto
che vengano a raccattarmi, mi reco allo sportello della biglietteria
per ottenere l'annullamento della vidimazione. L'ho già fatto in
passato, mai avuto problemi.
Questa
volta, però, l'uomo allo sportello mi dice che non può rimborsarmi.
Non
importa, replico, non mi occorre un rimborso. Mi basta che annulli
l'obliterazione. Sicuramente, mio malgrado, il biglietto mi servirà
un'altra volta.
Non
posso, ribatte lui. Se lei ha deciso di non salire sul treno è un
problema suo.
Ma,
rispondo io: 1) E' lei, neanche un minuto fa, ad avermi erroneamente
detto che il treno ha “solo” venti minuti di ritardo, mentre ne
ha 30; 2) Non è colpa mia se il treno è in ritardo; 3) E' quindi a
causa di un disservizio di Trenitalia che io non sono in grado di
usare il biglietto appena comprato, complici le informazioni
sbagliate che mi ha fornito lei un attimo fa. 4) Un suo collega,
proprio in questa stazione, mi ha già annullato la vidimazione in
circostanze analoghe, ed altri hanno agito allo stesso modo ad
Alassio e a Savona.
Risposta:
il mio collega ha sbagliato. 30 minuti di ritardo sono nella norma.
Il biglietto si può rimborsare solo se il ritardo è di almeno
un'ora (Ma certo, perché è normale, se io ho un appuntamento, che
mi presenti con mezz'ora di ritardo!!!)
Sì,
ho ribattuto io, ma io non lo prendo il treno. Io vado in macchina.
Se prendessi il treno non arriverei in tempo. Quindi perché devo
pagare per qualcosa che non uso?
Mi
dispiace ma a me non interessa, 30 minuti di ritardo sono normali. E
probabilmente aumenteranno.
Ma
se lei già sa che aumenteranno, a maggior ragione, che senso ha che
resti qui, scusi?
Il
biglietto è rimborsabile solo se il ritardo è di almeno un'ora,
insiste quello.
A
questo punto ho cominciato ad alterarmi e me ne sono andata: inutile
discutere oltre. Certo € 3,40 buttate via oggi, € 8,00 buttate
ieri, chissà quante domani... Alla fine lo pago io a Trenitalia il
viaggio degli extracomunitari che salgono sul treno senza biglietto
(e sono davvero tanti, e ci vuole tutta che i controllori li facciano
scendere. Spesso li ignorano direttamente, perché hanno paura.)
A
proposito, appena uscita dalla stazione di Pietra, ho appreso che il
ritardo del mio treno adesso non era più trenta minuti, ma
quarantacinque.
Quali
dicevamo che sono le parole più pronunciate nelle stazioni?
Ah,
già: “E' una vergogna!”
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