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sabato 5 luglio 2014

Mi lasciano perplessa


WOOBINDA
di Aldo Nove
 
 
Non so da dove cominciare.

No, davvero, perché questo libro è spiazzante.

E' una raccolta di racconti brevissimi, alcuni divertenti, altri un po' meno, dall'originalità altalenante, lo stile colloquiale e il fascino pungente.

I protagonisti sono deliranti sociopatici, disturbati cronici, patetici ragazzi-adulti dall'equilibrio mentale compromesso che si nutrono di immondizia “culturale”.

I racconti (senza lieto fine, precisa il sottotitolo) si leggono in un soffio e ti costringono a volerne ancora.

Ma non sai se è perché ti piacciono o perché hanno solleticato il tuo masochismo o il tuo lato malato e morboso.

E' da parecchio che rimando questo post (ho letto il libro secoli fa), perché troppo spesso cambio il mio giudizio in merito. A volte mi sembrano brutti, fastidiosi, disgustosi, insulsi ed eccessivamente volgari. Ho l'impressione che cerchino di scandalizzarti ad ogni costo, dandoti delle sensazioni forti, che però scordi in un attimo, senza che nulla ti resti.

Altre li trovo stuzzicanti e divertenti, sfumati (un poco) di genio.

Sempre mi lasciano perplessa.

Sotto certi aspetti sono racconti terribilmente facili, quasi scontati, che puntano dritto al sodo, togliendo i fronzoli sino all'osso.

Altre mi appaiono come frutti freschi e succosi, esattamente quel che ci vuole in certi momenti marroni per tirarti su il morale e farti delle grasse risate. Isteriche. E denunciare il mondo povero e triste della subcultura televisiva. Sì, perché alla fine questo fanno: satira. Sono un po' deliranti e sovente ricordano monologhi comici, ma sono preoccupanti, se non tragici.

Indubbiamente potrebbero essere migliori: un po' più di cura, maggior introspezione, più varietà...

A volte, invece, mi dico, devono essere così e punto.

Non so. No, davvero... Non so.

Ad ogni modo ho comprato (e letto) anche il seguito, “Superwoobinda”. Ma quello, sono sicura, mi ha lasciata tiepidina.

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