Se ti è piaciuto il mio blog


web

martedì 31 dicembre 2019

Il mese degli Otta Awards

OTTA AWARDS 2019


Ormai per chi bazzica questi paraggi la faccenda è nota: gennaio è il mese degli Otta Awards, ossia i premi immaginari ma doverosamente ambiti (sempre nella mia immaginazione) riferiti all'anno appena trascorso, volti a celebrare la cultura, l'intrattenimento e il mio egocentrismo!
Ebbene, le categorie sono sempre le stesse: Libri, Fumetti, Film e Serie Tv, che verranno trattati in quest'ordine, con particolare attenzione ai libri, suddivisi in romanzi, poesie/teatro, saggi e altro (i fumetti, lo sapete, sono a parte).  
Questa e quella dei fumetti saranno le uniche categorie che approderanno anche su Instagram, visto che lì ho deciso di dedicarmi in via esclusiva ai libri. Inclusi i miei.
A questo proposito, quindi, ringrazio di cuore chiunque abbia comprato – e ancora di più chiunque abbia letto – e ancora di più chiunque abbia recensito – Il Sogno di Ecate.
Era in assoluto quello, fra i miei librini, ad aver venduto meno, ma ora, per merito di Instagram e dell'edizione cartacea, ha risollevato le sue sorti. Perciò, ecco, vi sono infinitamente riconoscente, tanto che ho la paralisi emotiva... 
Come di consueto, alla fine farò la cuenta e, sappiatelo già, se identificabili, finirete nei ringraziamenti e/o nella dedica del mio prossimo volumetto, che, presumibilmente, sarà Catarsi, il quinto e penultimo della Saga delle Fanciulle del Mare, attualmente in fase di correzione.
Ora vi lascio, perché questi post in cui tiro le somme sono i più impegnativi! Per fortuna nel corso dell'anno mi scrivo tutto!
Bacioni!

mercoledì 25 dicembre 2019

E anche questo Natale...

GRAZIE!


Ecco… volevo ringraziarvi, diletti bookstagrammer, perché, finalmente, per merito vostro, mi sento come tutti gli altri.
Ho passato la vita ad essere considerata diversa e strana. 
E soprattutto a sentirmi diversa e strana. 
Non me ne sono mai fatta un cruccio, perché, fortunatamente, ho un ego smisurato e mi amo per quello che sono, o non sarei sopravvissuta, ma mi sentivo comunque isolata. 
Non intellettualmente, proprio come persona. 
Chi se ne cale, mi dicevo. 
Ho i miei libracci (come li chiama MPM) e un sacco di persone che mi vogliono bene. 
Ed è vero, ma una cosa è avere persone che ti vogliono bene, una cosa è sentirsi parte di un tutto più grande. 
Alcuni degli umani che mi stanno attorno capiscono così poco di me da essere convinti che mi atteggi e mi sforzi di essere diversa ad ogni costo per sentirmi speciale. 
Ma la verità, invece, a dispetto dello spirito di contraddizione che sovente mi anima, è che ho sempre e solo desiderato uniformarmi, ma visto che non ci riesco, ho finito per accettarmi nella mia intrinseca unicità ed esserne fiera, senza piegarmi al compromesso per essere accettata (Ahahaha! Figuriamoci! Jamais!).  
Però… ecco… adesso mi sembra di avere qualcosa che è ancora meglio: la possibilità di essere me stessa e al contempo parte di qualcosa di bello e luminoso.
Quindi, in sostanza… vi sono infinitamente grata!!!
Perciò, sappiatelo, anche se odio il Natale, vi faccio tanti auguri di cuore.
Uh, sì… E anche a tutti gli altri, certo! 
Insomma, sono infinita, voglio bene a tutti, eh!!!

P.S.
Il Ragno è tornato dalla Cambogia!!! Presto le news!!!

P.P.S.
Un grazie davvero speciale a tutti quelli che hanno comprato la riedizione cartacea de “Il Sogno di Ecate”. Davvero, vi adoro! Non importa se non siete bookstagrammer! E comunque la verità è che io sono pluralista!

lunedì 23 dicembre 2019

Il più figo di tutti i multiversi!

RICK E MORTY – IV STAGIONE


Sì, sono in preda all’esaltazione cosmica!
Finalmente, dopo mille anni di attesa, è approdata su Netflix la IV stagione (primi cinque episodi) di quello che è non solo il mio Cartone Animato preferito di sempre, ma persino la cosa più spettacolare mai vista al cinema e in Tv!
Rick, in particolare, è il più figo dell’universo, anche più di Jason Momoa, che si piazza al quarto posto, dopo Roland di Gilead e Sogno degli Eterni, versione Morfeo, ed anzi è il più figo di tutti i multiversi! Anche se, il suo mondo di riferimento è C-137, segno che siamo connessi. Infatti significa (l’ho deciso io) Carlotta 13 luglio. Che è la mia data di nascita! 
Deliri a parte, mi sono sparaflashata tutte le puntate di seguito, appena sono diventate disponibili, ossia la notte del 22 dicembre! Non avevo atteso per GOT (grazie al cielo) né per Stranger Things, ma per Rick e Morty… dovevo!!!
MPM, dal canto suo, è stato un tesoro e mi ha fatto compagnia, nonostante (ma come fa????) non ami questo capolavoro ed, anzi, mi prenda sempre in giro perché io invece lo adoro. Ha russicchiato un po’ e l’indomani, inspiegabilmente, non ha voluto rivedere tutto da capo, però, ehi, è stato comunque un ottimo compagno di felicità!
In quanto alle puntate, invece, sono state totalmente all’altezza delle (mie alte) aspettative, specie la prima con il Rick vespa, che da ora in poi sarà uno dei miei prediletti!
Tra l’altro, a riprova che siamo connessi, il primo episodio è iniziato con dei riferimenti a Instagram, che ho eletto a mia nuova vera casa. Per il resto, le puntate sono state variegate, con riferimenti molteplici, non solo alla fantascienza, imprevedibilità al cubo, sfondi più maestosi, e dettagliati del solito, e Rick in tutta la sua magnifica Ricckosità (come al solito, benché sembri quello cinico, è pieno di fragilità, solitudini e poesia, laddove Morty, che si propone come tanto tenero, imbranato e perbenino, è fondamentalmente un viscidello sleale).   
Insomma, siete ancora qui? Come potete resistere?
Guardate Rick e Morty!

venerdì 20 dicembre 2019

L'incanto tipico del Re

L'ISTITUTO
di Stephen King


Un bel romanzo, molto trascinante, che non arriva ad equivalere ai vecchi, mitici successi di King, ma che è senza dubbio il migliore di questi ultimi anni. Con passaggi squisitamente spaventosi, sebbene non in termini canonici (e per questo, se vogliamo, persino più ipnotici), e l'incanto, tipico del Re, delle descrizioni relative a quella meravigliosa fase della vita sospesa tra infanzia ed adolescenza, con le sue ingenuità e assolutezze. 
Lo spunto di base è davvero stuzzicante e pure la partenza, dopo un primo assestamento, è grandiosa: per tematiche e per modo di narrare, che sa di fiaba, ma anche di verità. E ancora di più, sono i personaggi a conquistarci. Non tanto il protagonista, troppo perfettino e perbenino per piacerci sempre e fino in fondo, quanto il piccolo, dolce Avery, con il suo bagaglio di insicurezze e fragilità.
I brani centrali relativi all'Istituto e ai suoi misteri sono terrificanti e bellissimi, superbamente calibrati in quanto a climax e progressive, misurate rivelazioni, e fanno venire una voglia matta di divorasi il libro a quattro palmenti, senza deludere, peraltro, quando si arriva alle spiegazioni vere e proprie, che, anzi, rendono tutto ancora più terrorizzante. Persino in quanto ai dettagli. 
Il problema è dopo. 
L'ultima parte (cento? Duecento pagine?), in cui King si smarrisce nell'action. La lettura inciampa, diviene più faticosa, e l'interesse scema un po'. Sa di superfluo, di già sentito. E comunque insufficiente persino sul piano del mero intrattenimento, forse a causa del repentino cambio di stato d'animo che si infligge ai lettori, uccidendo i toni della narrazione, ed insistendo con una serie di scene che risultano meno emozionanti dei sentimenti in gioco.  
Ma il complesso è più che buono, oltre che ricco di riflessioni etiche di varia portata, sovente dai contorni illusori. Mai preponderanti sulla trama, ma presenti e stuzzicanti.
Lo stile, in ultimo, almeno nella parte centrale e più lunga del romanzo, è quello impeccabile di Zio Stevie: scorrevole, ironico, disinvolto, ma attento a catturare ogni istante, in ogni sua rifrazione, con tutti i suoi stimoli tattici, olfattivi e visivi. Tra l'altro congiunto, come nel miglior King, ad un'analisi psicologica così raffinata e perspicace – nei confronti dei piccoli protagonisti, ma anche dei cattivi, non sempre stereotipati, ed anzi, tali da sfavillare per realismo anche quando si dimostrano tragicamente irredimibili – da farci dimenticare di muoverci in una realtà fittizia. 
Complimenti!!!

mercoledì 18 dicembre 2019

2019 IN PELLICOLE 5/5

EXCURSUS ULTIMI FILM VISTI (5 di 5)
TAMARRI
    

Girls with balls (2018) di Oliver Alfonso. Brutto è brutto, niente da obiettare. Anzi, è bruttissimo e persino stupidotto. Ma così esagerato, assurdo ed esasperato che... alla fine mi è piaciuto! Indubbiamente migliorabile, anche mantenendo i parametri tamarri, ma con qualche sorpresa... 

Hellboy (2019) di Neil Marshall. Così noioso, banale e povero (come effetti speciali, ma pure come sceneggiatura e soggetto) che ho dormito per metà film. Davvero, deludentissimo. Quello che si dice un fumettone, e con una punta di dispregio. Non capisco come sia possibile dato che, invece, il fumetto di Mignola è valido e con parecchi motivi di interesse. Neppure David Harbour mi ha convinta.

Pokémon: Detective Pikachu (2019) di Rob Letterman. Il trailer mi aveva fatto impazzire, ma il lungometraggio... Bah. Lento, sbilanciato, prevedibile e derivativo. Ogni passaggio è scontato, ogni battuta ovvia. Colpi di scena telefonati. Giusto Pikachu è grazioso e ci regala qualche gag simpatica. Ma se si hanno più di dodici anni, conviene evitarlo. 

Godzilla 2 – King of the monster (2019) C'era Undici, c'erano un sacco di mostri – niente Biollante, però – ma... la pellicola è farraginosa e moscia, oltre che viziata da una trama alquanto traballante. Non mi aspettavo un film da Oscar, ma qui diventa dura persino arrivare in fondo.

Men in Black: international (2019) di F. Gary Gray. Tristezza. La mancanza dei vecchi protagonisti si fa sentire, e tanto. I nuovi, poveretti, non sono né simpatici né carismatici, e la deriva veterofemminista è un po' patetica e forzata. C'è qualche trovata apprezzabile, non lo nego. Ma insufficiente a sostenere il film, che per giunta è troppo lungo e con una trama inutile.

6 Underground (2019) di Michael Bay. Devo ancora finirlo, ma mi sta piacendo. Per i dialoghi, le sequenze action, i colori super saturi, i personaggi e... il montaggio, caotico e fracassone, ma peculiare (MPM lo detesta. Io me lo godo).

lunedì 16 dicembre 2019

2019 IN PELLICOLE 4/5

EXCURSUS ULTIMI FILM VISTI (4 di 5)
CARTONI ANIMATI
    


In rigoroso ordine sparso: 


Ralph spacca internet (2018) di P. Johnston e R. Mootr. Carino. Non tanto per la trama, le cui tematiche condivido, ma che si fondono con eccessi di retorica e tempi troppo dilatati, quanto per i siparietti e, ancora di più, per le splendide e variegate citazioni. Le Principesse Disney da sole – in una veste inedita, per quanto fedele ai loro personaggi – valgono la visione del film!

Asterix e il segreto della pozione magica (2018) di A. Astier e L. Clichy. Non è male, ma mi ha delusa lo stesso, visti i fasti del capitolo precedente. Insomma, mi aspettavo di più. Qui ogni tanto, specie nella seconda parte, la storia ristagna e il campanilismo francese, lungi dalla consueta soavità di Goscinny e Uderzo, ha il potere di irritarmi un po'. A tratti persino Asterix mi è risultato antipatico! Adorabile, però, la sequenza iniziale.

Rex un cucciolo a palazzo (2019) di B. Stassen e V. Kesteloot. Per gli appassionati di Corgie e della Regina Elisabetta. Però me lo sono goduta anche io, è abbastanza tenero e non stucchevole, con un ritmo discreto. Strappa persino qualche risata.


Pets 2 – Vita da Animali (2019) di Chris Renaud. Puccioso, pucciosissimo. E migliore del primo. La storia è costruita meglio, è più armoniosa, più divertente, inoltre i singoli personaggi, nuovi e vecchi, hanno una resa favolosa, tra tic e manie, conquistandoci con facilità, ma rivelandosi, poi, non necessariamente privi di tridimensionalità. Una piccola delizia!

Toy Story 4 (2019) di Josh Cooley L'ho adorato. Mi preparavo a soffrire, specie per Bo Beep, invece.... Wow!!! Non so se un non-giocattolo sarebbe stato saggio e lungimirante quanto Woody, ma faccio i miei totali complimenti a chiunque abbia la saggezza e il coraggio di sovvertire così tanto la sua vita. Oltre a ciò, è notevole l'evoluzione della trama e dei protagonisti, che riescono sempre a trovare qualcosa da comunicare agli spettatori senza scaderere nella banale ripetizione. Magnifiche le scene d'azione e diverse le battute riuscite. P.S. C'è una piccola sequenza semi-pseudo-horror che mi ha fatta sganasciare. Unico neo: le canzoni. Blé. Ah, e Forky. Non lo sopporto.

venerdì 13 dicembre 2019

2019 IN PELLICOLE 3/5

EXCURSUS ULTIMI FILM VISTI (3 di 5)
HORROR
    


In rigoroso ordine sparso: 

Annabelle 3 (2019) di Gary Dauberman: Tornano i nostri coniugi soprannaturali preferiti, Ed e Lorraine Warren, e la continuity diretta con The Conjuring. Ma, soprattutto, il film fa paura davvero. E riesce a dire e a dare qualcosina di nuovo allo spettatore, pur senza uscire dai canoni del genere.

La Llorona – le lacrime del male (2019) di Michael Chaves: il solito filmaccio senza sugo, sebbene realizzato in modo discreto e con una leggenda alla base non molto sfruttata. Più che altro è interessante perché – sorpresa – è lo stesso universo narrativo di Annabelle... E questa, per gli horror, è quasi una novità.

Suspiria (2018) di Luca Guadagnino: Parte benissimo, pur discostandosi parecchio dall'originale di Dario Argento, e somigliando più ad un sequel/prequel che ad un remake, dotato di eleganza estetica e superbe scelte registiche, impreziosito dalla danza anche sul piano concettuale. Ma non fa paura e quando arriva all'horror vero e proprio... si perde completamente, diventando solo sgradevole, confusionario, lento e malsano. La scena del sabba è persino imbarazzante.

Ancora auguri per la tua morte (2019) di C. B. Landon: Un secondo capitolo fresco ed originale, che riesce a non limitarsi alla ripetizione di stilemi già usati, ma diverte, incuriosisce e tiene il ritmo alle stelle. Spassoso!

Noi (2019) di Jordan Peele: horror politico che sfiora il capolavoro e che ha qualcosa di profondo da dire, sfiorando corde ancestrali e segrete. Terrorizzante, magnetico e suggestivo nella prima parte, si perde nella seconda, perché, purtroppo, non risulta sufficientemente coerente e coeso. Inferiore a Get Out! è comunque sei spanne sopra la media del genere. 

Mom and Dad (2017) di Brian Taylor: pura genialità. Pura cattiveria. Pura tensione. Spiazzante, feroce... 10 e lode al soggetto. Nonostante Nicolas Cage, che, anzi, è perfetto per la parte. 

Viral (2016) di H. Joost e A. Schulman: Disgustoso e derivativo, in alcuni punti ho lottato per non rimettere, ma non è orrendo, e sfoggia un suo perché. Ritmo impeccabile. 

Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019) di Ari Aster: Horror solare (letteralmente, non c'è una scena al buio) di ambientazione svedese, disturbante come pochi, ma assolutamente affascinante, che ti si imprime nella mente anche a distanza di tempo. La tematica principale, quella delle piccole comunità malate, mi avvince da sempre, ma qui ce ne sono altre di questioni, sottese, ma non secondarie (l'elaborazione del lutto, la disfunzionalità delle relazioni...) che aggiungono spessore al film. Lento, ma costellato di scene fortissime, visivamente ed emotivamente. Io l'ho amato, pur col maldipancia, MPM l'ha eletto a schifezza dell'anno.

mercoledì 11 dicembre 2019

2019 IN PELLICOLE 2/5

EXCURSUS ULTIMI FILM VISTI (2 di 5)
SUPEREROISTICI
    


In rigoroso ordine di apprezzamento: 

Spider-man – Far From Home (2019) di Jon Watts: Giovanilistico, okay, ma, accidenti, quanto mi è piaciuto! Ho riso da matti, da matti, da matti. Con le lacrime agli occhi. E la colonna sonora è da urlo e... inaspettata (Umberto Tozzi!!! E ci sta da dio). E pure i combattimenti non sono male. La verità è che per tutto il tempo mi sono sentita un'adolescente in gita scolastica, con tutte le emozioni del caso. Wow! Delizioso!!!  

Aquaman (2018) di James Wan: il film è piacevole, nonostante sia un po' lunghetto, con qualche ristagno e buco narrativo, e l'eccesso, non sempre ottimale, di CGI (benché alcune scene marine siano grandiose). Ma ogni remora passa in secondo piano di fronte alla maschia virilità di Jason Momoa, l'uomo più figo dell'universo!!! Più che sufficiente, da solo, a farci amare un personaggio che non ha tantissimo da dire. Ma che, del resto, non ha alcun bisogno di parlare. Fantastico!

Avengers: Endgame (2019) di A. e J. Russo: Sopravvalutato, lungo, pieno di illogicità e farraginosità narrative, nonché di scene fan-service, con un finale ridicolo nel suo ricercato e rimarcato patetismo che mi ha indotta solo a sbadigliare. E tuttavia meno peggio di quel che pensavo, più epico del precedente e con maggior ritmo. I film belli, però, sono un'altra cosa.   

X-Men: Dark Phoenix (2019) di Simon Kinberg: Moscio. Peccato perché alcuni film degli X-men sono piuttosto carini. Questo no. E' sciapo, diluito e inutilmente melodrammatico, senza riuscire ad emozionare sul serio. Cast sprecato. 

Captain Marvel (2019) di A. Boden e R. Fleck: lei non mi dispiace, anche se sembra sempre arrabbiata e non è proprio una bellezza. Però il film è troppo lungo (come al solito) e veterofemminista.
  
Shazam! (2019) di David. F. Sandberg: Scemino, ma adorabile. L'avessero condensato un po' di più, avrebbe potuto essere ameno. Ad ogni modo, si guarda volentieri e ha qualche elemento di originalità. 

lunedì 9 dicembre 2019

2019 IN PELLICOLE 1/5

EXCURSUS ULTIMI FILM VISTI (1 di 5)
    


Come avevo promesso, dopo libri e Serie Tv, ecco un breve excursus in pillole sui film che ho visto nei miei periodi di assenza... e successivi... ma anche un po' precedenti, già che ci sono, se non ho avuto modo di parlarne. Ovviamente mi riferisco a quelli su cui ho qualcosa da argomentare, diversamente, come al solito, glisso (tanto tra un po' arrivano gli Otta Award).
Ebbene, li divido per generi a me cari: Horror, Supereroi, Tamarri, Cartoni Animati e altri. E inizio da quest'ultima categoria residuale, così, per il piacere di procedere a casaccio: 

Glass (2019) di M. Night Shyamalan:  Sequel e crossover di Unbreakable – il predestinato e Split dello stesso autore/regista. Non mi è proprio dispiaciuto, ma è stata un po' una delusione. Il cast è stellare, l'idea di partenza pure, ma lo sviluppo risulta lento e faticoso, con qualche buchetto narrativo di troppo. Peccato.

La verità negata (2016) di Mick Jackson: Contro il negazionismo. Un bel film, per tematiche, trama e interpreti, che mi ha tenuta incollata allo schermo dall'inizio alla fine. Ispirato ad una storia vera, toccante e sorprendente, con qualche momento (è inevitabile) di viva indignazione.
 
La favorita (2018) di Yorgos Lanthimos: Le attrici sono favolose, e la pellicola interessante, ma troppo paturniosa e malsana per i miei gusti. L'ho patita e mi ha disturbata, oltre ad essere eccessivamente lunga e vagamente malata. Però è da vedere. 

Perfect Day (2015) di Fernando Leòn de Aranoa: Film magnifico e incantevole, a tratti un po' crudo, ma come è cruda la verità. Incluso Benicio del Toro. Mi ha lasciato qualcosa nel cuore, durante e dopo la visione. Amaro e dolce insieme. Stupendo. 

Rocketman (2019) di Dexter Fletcher: Musical biografico su Elton John. L'ho adorato. E ancora di più ho adorato Bernie, il paroliere, e la loro amicizia. Assai più del biopic su Freddy Mercury. Soprattutto la prima parte. Più film e meno documentario. A tratti surreale, quasi magico, a tratti emozionante.

BlackKklansman (2018) di Spike Lee: Spike Lee non mi piace, è logorroico. Ma dopo un inizio un po' stentato e strascicato, con dialoghi prolissi e continuamente rimarcati, il film è decollato e mi ha conquistata, facendomi persino rivalutare Adam Driver.  

Creed – Nato per combattere (2015) di Ryan Coogler: quasi un remake di Rocky con il figlio di Apollo nelle vesti del protagonista. Ma dignitoso e godibile. Anche se la musica... la musica è tremenda!

sabato 7 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 6

Estratti a volontà 6


Et voilà, l'ultimo incipit delle Fiabette Sfigate (in tutto nel librino ce ne sono sei più una filastrocca): 


Da “Capire gli dei” 

C’era una volta una principessa afflitta dalla sua eccessiva cultura, intelligenza, creatività e nobiltà d'animo, che le rendevano difficile trovare un partner all'altezza: erano tutti troppo bassi. E non per via della statura.
Tra i principi, in particolare, era impossibile reperire l'anima gemella: erano affetti da tare mentali e/o da ignoranza cronica e/o pusillanimità. 
Di solito “e” e non “o”.
La principessa, dunque, dovette ripiegare sulla plebe, ma anche qui la situazione era drammatica, tanto più che il modello base di maschio standard era, come noto, dotato di un unico neurone, sovente malfunzionante.
Tuttavia un bel giorno la principessa incontrò un giovane che le garbava.
Non era proprio perfetto: era sgrammaticato, vanesio, lento nella lettura, permaloso, sprovvisto di una laurea e con un lignaggio imbarazzante.
Lei non aveva davvero idea di che cosa apprezzasse di lui: persino sul piano fisico il miserabile era insufficiente, specie per quanto riguardava le dimensioni del muscolo più importante, che tutte le principesse prediligono (chissà se alludiamo al cuore... o ad uno collocato più in giù).

venerdì 6 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 5

Estratti a volontà 5


Terzo estratto da “Il Sogno di Ecate”: 

Non sono malata, sono depressa. Per questo faccio cose strane. 
La depressione è una malattia, come il raffreddore, ma più grave.
E se pure, in quest'epoca di tregenda, il dramma di un singolo individuo di per sé ha una rilevanza trascurabile, sinceramente non me ne cale, atteso che quel singolo individuo sono io.
E ritengo di essermi guadagnata il diritto di lamentarmi.
Sono stanca. Vecchia e stanca.
Ma in profondità sento battere qualcos'altro dentro di me, di potente e antico, che lotta, che freme, e che io mi sforzo di reprimere.
Per provarci, almeno, a fingere di essere normale.

Comunque mi dispiace aver commissionato l'omicidio.
Ora non ho più nessuno.

giovedì 5 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 4

Estratti a volontà 4


Et voilà, l'incipit di un'altra Fiabetta Sfigata: 


Da “Vite Precedenti”

C’erano una volta un principe ed una principessa che vivevano felici e contenti, accesi di lirismo e struggimento, godendosi il loro amore e convinti che fosse di una qualità sublime ed immarcescibile, superiore a tutti gli altri, poiché edificato su nerditudine, narcisismo malato, e condivisione di interessi, oltre che su una sana passione sessuale, sebbene, a renderlo davvero unico e prezioso, fosse la vertiginosa complicità che li univa.
E li univa in modo talmente speciale ed intramontabile, che, prima dell’happy end che si erano guadagnati, pur costretti a causa delle circostanze a vivere tredici anni separati e a sollazzarsi con altri partner per tenersi in esercizio, non avevano mai cessato di pensare l’uno all’altra.

mercoledì 4 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 3

Estratti a volontà 3


Secondo estratto da “Il Sogno di Ecate”: 

«Ho la macchina fotografica», annunciò Kat. «Puoi mettere la testa sul tavolo che comincio a scattare.»
Ma il suo coinquilino non si muoveva. La fissava, piuttosto, con espressione indecifrabile.
«George? Dai, entro domani!»
O forse non proprio indecifrabile, ma come di quella di uno che ne ha appena combinata una...
«George?»
Non era un buon segno.
«George, allora?», si spazientì Kat.
Il ragazzo si produsse in un largo sorriso. «C'è un problemino, mia cara...», disse. «Un'inezia, ma...»
«George, dov'è la testa?», lo inquisì la ragazza, subodorando che il problemino era, semmai, un casino colossale. «Dove l'hai messa?» 
«Non arrabbiarti!», la supplicò quello giungendo le mani. «Ti prego!»
«George, dimmi dov'è la maledetta testa! Dove l'hai buttata?!»
«Non so proprio come sia potuto succedere...»
«Parla!», incalzò Kat, dibattuta tra allarme, ansia e la voglia di strozzarlo.
«È caduta... Mi è scivolata. Nel cortile interno.»
Cristo.
Ovviamente la testa apparteneva ad un cadavere.

martedì 3 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 2

Estratti a volontà 2


Et voilà, l'incipit di una Fiabetta Sfigata: 

Da “Nella Torre”

C'era una volta una bellissima Principessa che, come sovente capita alle figlie di Re, specie se gnocche, era stata rinchiusa in una torre con un Drago sputafuoco a farle da guardiano.
La Principessa sapeva qual era il suo destino: attendere la venuta del Principe Azzurro, che prima o poi l'avrebbe salvata. 
Più “poi”, però, che “prima”, in base alle realistiche stime di sua madre: statisticamente era preferibile che le fanciulle fossero costrette a sospirare a lungo prima di essere liberate, cosicché l'arrivo del Principe giungesse gradito e non comportasse rivendicazioni da parte loro, ma solo il sollievo e la gioia selvaggia di aver finalmente trovato un uomo.

lunedì 2 dicembre 2019

IL SOGNO DI ECATE ESTRATTI 1

Estratti a volontà!!!!


Non di frutta, ma, alternativamente, de “Il Sogno di Ecate” e delle “Fiabette Sfigate” bonus, per par condicio verso Instagram. Ce ne saranno sei, e, per festeggiare la circostanza che dal 4 dicembre il librino e l'eBook saranno disponibili anche sul sito di INKiostro, MPM ne posterà uno al giorno! 
Ecco il primo: 

Katy giocava nel cortile condominiale insieme alla sorellina. 
Le bambine avevano rispettivamente sette e cinque anni ed erano intente ad accessoriare le Barbie per l’imminente Galà di beneficenza: era l’evento mondano della stagione e sarebbero intervenuti, fra gli altri, quattro Ken, Mr. Orso, e le Principesse Disney al completo.
Non si aspettavano che una testa mozzata precipitasse dall’alto.
Non un giocattolo, una vera. 
Ruzzolò accanto al platano, l'unico albero del cortile. Prima, però, ci fu un tonfo sordo alle loro spalle, che le fece trasalire. 
Le piccole si voltarono di scatto e incrociarono lo sguardo attonito di un uomo senza corpo, che pareva congelato.