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sabato 26 luglio 2014

Molto femminile


I CERCATORI DI CONCHIGLIE
di Rosamunde Pilcher
 
 
Scrittrice che di norma si cimenta in polpettoni romantici, a quanto sapevo, e che quindi guardavo con diffidenza e sospetto. Robaccia per casalinghe frustrate, pensavo, in cerca di emozioni facili e passioni tormentate, in cui tuttavia alla fine l'amore trionfa. Insomma, della serie dito in gola.

Ma questo romanzo, lo ammetto, benché certamente sentimentale e molto femminile, non mi è affatto dispiaciuto. Anzi.

Ho apprezzato la trama (variegata e ripartita su più personaggi), i salti temporali, i riferimenti storici (dettagliati e densi di atmosfera), e persino lo stile dell'autrice, lineare, accurato, non privo di garbo ed eleganza (alcune descrizioni sfiorano la bellezza e sono stupendamente vivide), ma anche di sensibilità, di intelligenza, dal punto di vista luminoso e, contrariamente ai miei preconcetti, non sempre scontato e talvolta persino autentico ed anticonvenzionale. Lo stesso approccio con il sentimento amoroso è molto più ricco di quel che paventavo e riserva sorprese interessanti.

Non tutto è patinato e perfetto, e a prevalere sono soprattutto i rapporti fra le donne, fra madre e figlia, in particolare, trattati con delicatezza, ma anche con una preziosa e rara profondità.

E i ricordi si sovrappongono al presente, con una punta di nostalgia, ma anche tanta serenità.

Se devo scegliere, però, credo che l'elemento più riuscito sia proprio lei, la protagonista, Penelope Keeling, non più giovanissima, con tre figli adulti all'attivo (tra cui spicca Olivia), un grande amore, e un marito che invece non è stato granché, né ha cercato di esserlo... Scopriamo il suo presente e il suo passato, ci facciamo coinvolgere e avvincere, e alla fine (no, già dall'inizio) ci sembra di chiacchierare con una vecchia, buona amica, di cui raccogliamo le confidenze e i segreti.

E che al contempo prendiamo ad esempio, come riferimento, avendo la sensazione che, se mai anche noi decidessimo di aprirci con lei, Penelope saprebbe offrirci comprensione, conforto, e magari persino il consiglio giusto.

Immediatamente dopo, di questa scrittrice, ho letto “Neve d'aprile”, assai più breve e sempre scorrevole. Ma non mi ha lasciato nulla, ha confermato parte dei miei pregiudizi, e mi ha tolto la curiosità di comprare altro di questa autrice...

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