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lunedì 28 luglio 2014

La proiezione spaziale della mia personalità


LA PSICOSI DEL LIBRO
 
 
Mi prende all'improvviso, senza motivo apparente, e mi consuma.

Accade a periodi alterni, a volte tra una fase e l'altra ho periodi di quiete di oltre sei mesi, ma poi... Poi torna ed è virulenta e assassina.

In generale leggo sempre, ogni giorno della mia vita, più o meno ovunque, approfittando anche dei ritagli di tempo. Ma con calma. E con misura.

Invece, quando mi coglie il raptus, la lettura diviene ossessione e ancora di più lo diviene il possesso.

La brama di avere, di completare la mia biblioteca.

Perché è la proiezione spaziale della mia personalità e all'improvviso mi sembra che mi manchino dei pezzi di anima.

E devo cercarli.

E allora compro libri in maniera compulsiva, neanche fossero generi alimentari di cui far scorta in previsione dell'imminente fine del mondo... Non importa se pesano l'ira di Dio e devo trascinarmeli dietro tutto il giorno, non importa se non ho più spazio dove metterli e ho già diversi altri titoli in lettura... Ne voglio, ne voglio, ne voglio ancora!

Devo toccarli, classificarli, annusarli.

Temo ci sia qualcosa di patologico in tutto ciò, della serie “I love shopping”. Solo che si spinge oltre.

Supponiamo che acquisti una ventina di romanzi. Devo cominciarli tutti lo stesso giorno, leggere una decina di pagine di ciascuno e poi ricominciare il giro, aggiungendo ogni volta un volume in più, almeno sinché la realtà bussa alla porta e allora devo andare al lavoro, o a dormire, o.

Se no (se tipo sono in vacanza) mi interrompo solo quando mi vengono in mente altri titoli da acquistare, e allora me li annoto.

O esco e vado a cercarli.

O carico carrelli e liste dei desideri su Amazon.

E poi ricomincio.

Fino a che, inspiegabilmente, dopo un paio di settimane o un mesetto, di colpo mi calmo, mi rilasso. Rallento. La luce febbrile che ho negli occhi si spegne e io stabilisco di finire quel che ho iniziato, prima di cominciare altro, e mi pongo dei paletti, dei limiti. Un ordine.

E allora penso di essere tornata sana, equilibrata. Normale.

Solo che, ahimè, sono anche meno felice.

Senza farfalle nello stomaco e vertigini nel petto.

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