LA
CONCESSIONE DEL TELEFONO
di Andrea Camilleri
Che,
in Sicilia, a fine Ottocento, non è proprio una cosa semplicissima e
scevra di complicazioni. No, non di natura tecnica...
Ed
infatti l'impresa coinvolgerà la burocrazia, la Mafia, un doppio
adulterio, e pseudo-agitatori socialisti, complicando brutalmente la
vicenda sino a renderla assurda e ingarbugliatissima...
Molto
inizierà e finirà con un equivoco che a sua volta ingenererà
malintesi, regalandoci una generosa dose di spasso, tra fantasia e
realtà storica, ma anche un bell'omicidio-suicidio, che,
naturalmente, verrà frainteso.
E...
sì, ci divertiremo parecchio, nonostante la verità di fondo sia
tragica e il libro colga l'occasione per denunciare una serie di mali
locali, che potrebbero scatenare l'ira funesta di chiunque, se non
fossero rappresentati a suon di risate.
Mali
locali, dicevamo, e legati alla realtà dell'epoca, ma non solo:
perché saremo pure in Sicilia, saremo pure nel XIX Secolo, ma tante
cose ci parranno avere un sapore familiare e dolorosamente
nostrano...
Il
romanzo non ha una struttura classica, ma “à la Camilleri”, che,
ancora una volta, preferisce delineare la trama tassello per
tassello, alternando documenti scritti (lettere, articoli di
giornale, circolari) a dialoghi squisitissimi e genuini (“cose
scritte” e “cose dette”). La storia si combinerà, dunque,
gradualmente, in modo apparentemente spontaneo, nella nostra testa,
procedendo per contrasti e per smacchi, con un montaggio perfetto,
uno dei migliori tra quelli ideati dall'autore.
E
“La concessione del telefono”, anche per questo, è uno dei suoi
libri in assoluto più carini, più riusciti: comico, satirico, e
tremendamente sferzante, che fa leva su una serie di personaggi
buffissimi ed esagerati, quanto, ahimè, orribilmente realistici, a
partire dal povero Genuardo Filippo, che vorrebbe solo veder attivata
la sua linea telefonica privata...
In
quanto alla morale, infine, è quella della vita: i buoni vengono
sconfitti, gli incapaci premiati.
Questa morale della vita (buoni sconfitti e incapaci premiati) mi ha davvero rotto le scatole, ma purtroppo è così ...tristezza!!!!!!!! Tristezza infinita!!!!!
RispondiEliminaIn realtà dentro di me una piccolissima speranza che qualcosa possa ancora cambiare rimane, ma la verità è che purtroppo non ci credo molto neppure io.
Mi trovi d'accordo... Sob!
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