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lunedì 18 giugno 2018

Quegli schifosi centesimini

LA VENDETTA DELLE MONETINE


Che io abbia un cattivo rapporto con Trenitalia è risaputo. 
Ma tanto, comunque la vogliamo girare, sono sempre la parte debole, perciò, a parte lamentarmi e sporgere reclami, è chiaro che non posso fare granché, se non subire, alla Fantozzi.
Con la differenza che io non sono il Rag. Ugo e non ho un carattere mite, ma beffardo.
Così, ecco che cosa è capitato:
Vado a fare il biglietto in Stazione: ho dieci minuti, poi arriva il treno.
Non c'è coda, ma non c'è nemmeno nessuno allo sportello.
Aspetto. Passa un minuto. Meno nove.
Aspetto. Passa un altro minuto. Meno otto.
Comincio ad innervosirmi. Ma poi mi dico: che senso ha? Impiego un secondo a fare il biglietto, indi, anche se l'omino dovesse ritardare ancora, ce la farò. Solo mi secca stare qui in piedi a non fare niente, mentre potrei essere comodamente seduta a leggere. Del resto, se stessi facendo qualcosa il tempo non passerebbe così lentamente. Ma che potrei fare qua in piedi, sola e derelitta? Uh, aspetta... ho tutti quegli schifosi centesimini che si accumulano nel portafogli... Potrei pagare il biglietto con quelli. Ma sì... e inizio a contare. Monete da un centesimo. Arrivo a sessanta. Ci aggiungo altre monetine da 2 e 5 centesimi. Arrivo ad un euro. Poi completo con dei decini, arrivando a € 2,80, l'importo giusto, proprio quando (meno cinque minuti al treno) sopraggiunge l'impiegato. Non posso dire sia un soggetto sgradevole, però è lo stesso tizio di cui al post del 2 luglio 2014 (non lo faccio apposta, ma non dimentico nulla) e quindi un po' lo odio. Insomma che, con un bel sorriso a trentadue denti, gli porgo tutte le monetine che ho contato nel frattempo.
Il poveretto geme, e mi dice: “Perchè???”
Al che replico: “Mi spiace, sa. Ma ho dovuto intrattenermi mentre aspettavo.”
L'omino, comunque gentile, sospira e mi stampa il titolo di viaggio.
Passa una settimana: devo acquistare un altro biglietto e nel portafogli ho ancora parecchi monetini... Trovo di nuovo lo stesso impiegato allo sportello e glieli do. Mi guarda malissimo, dice che si ricorda di me e mi domanda se lo faccio apposta. Gli elargisco un sorrisone e gli rispondo di sì. “Come?”, sbotta lui, incredulo. “Be', pesano tutte 'ste monete...” Ci rimane male, e mi avverte: “Ride bene chi ride ultimo! Vedrà la prima volta che le devo dare il resto! Tutte monetine le do!!!” “Va benissimo”, ghigno io, gioiosa.
Ho appena deciso che mi premunirò tutte le volte dei soldini giusti. 
Possibilmente monetine da un centesimo ;) ...

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