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venerdì 30 marzo 2018

Due volumi completamente diversi

PALESTINA
di Joe Sacco 
Vs 
CAPIRE ISRAELE IN 60 GIORNI (E ANCHE MENO)
di Sarah Glidden


Due graphic novel che condividono (grosso modo) argomento e finalità, entrambe caratterizzate da un approccio critico e non dogmatico, autobiografico e volto a vincere i pregiudizi e gli stereotipi, capace di porre l'accento tanto sulle contraddizioni e le storture, quanto sulla bellezza. Entrambi portano a riflettere su torti e ragioni di israeliani e palestinesi, cercando di approfondire e comprendere, senza retorica, ma attraverso l'elaborazione personale, l'esperienza diretta e l'introspezione.
Eppure sono due volumi completamente diversi.
“Palestina” di Joe Sacco è un vero e proprio resoconto giornalistico, impegnativo, a tratti pesante, emotivamente e stilisticamente, solo in parte a fumetti. E' più scomodo, più adulto, meno di parte, più coraggioso, più tecnico e più brutale, ma trasmette al lettore un patrimonio di conoscenze maggiori in senso orizzontale quanto verticale. 
“Capire Israele” di Sarah Glidden, invece, è più leggero, più soave, meno reportage e più romanzo di formazione.
Sicuramente sono da leggere entrambi, ma io ho preferito quest'ultimo, dotato di un linguaggio più semplice, più universale, di maggior delicatezza (anche sotto il profilo estetico, con i suoi colori pastello e il tratto pulito, meno marcato e caricaturale). Più turistico, certamente, meno avventuroso, meno d'impatto e meno doloroso, più a misura di uomo comune, che metabolizza lentamente lo shock di ogni scoperta, che ha bisogno di imparare piano piano, senza l'urgenza martellante di chiedere, di indagare, di analizzare. “Capire Israele” trova con naturalezza il giusto equilibrio tra serietà e sdrammatizzazione, ma non rinuncia a sentimenti e profondità, riuscendo a proporre un racconto più personale e soggettivo.
Prossimo acquisto: “Cronache di Gerusalemme” di Guy Delisle.

2 commenti:

  1. Sembrano molto interessanti...potrebbero andare bene anche per i ragazzi del Liceo? Mi sa che li compro...

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    1. Quello di Sarah Glidden sicuramente. L'altro è più difficile e più duro da digerire, ma può senz'altro essere formativo e fonte di discussioni stimolanti. Bravo, bella idea!

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