L’UOMO ILLUSTRATO
di Ray Bradbury
Diciotto racconti immaginifici più la succinta cornice dedicata ad un personaggio già apparso ne “Il Popolo dell’Autunno”…Sempre che sia lo stesso identico Uomo Illustrato e non un suo epigono…
Proprio lui, peraltro, mi ha tratta in inganno: speravo, infatti, che i racconti fossero orientati sull’horror, invece prevale la fantascienza. Anzi, talvolta il libro sembra una prosecuzione di “Cronache Marziane” (e, invero, “Le sfere di fuoco” compare in entrambe le antologie).
Ad ogni modo, trattasi di racconti piuttosto belli, di quella fantascienza nostalgica e dolce, solo talvolta venata di crudeltà, tipica di Bradbury, in cui si approfondiscono il sentire umano e le sue conseguenze.
Tra tutti, io ho amato particolarmente “Il veldt”, “Marionette S.p.A.” (più vicine al mio genere di elezione, seppure un po’ prevedibili per i canoni odierni – ma ricordiamo che sono stati scritti rispettivamente nel 1950 e nel 1949) e il citazionistico “Gli esuli”, tra i cui protagonisti spiccano Edgar Allan Poe, Ambrose Bierce, Charles Dickens, Algernon Blackwood e altri simpatici maestri, occasionali o meno, dell’immaginario del terrore, in cui si alterna anche qualche ammiccamento ironico.
Da notare, infine, per pura curiosità, che, oltre che nello stesso “Gli Esuli”, pure ne “La betoniera” ricorre, seppur con declinazioni diverse, il tema della letteratura data alle fiamme di “Fahrenheit 451”.
In ultimo non posso non citare il terrifico e sottile “Ora zero”, il racconto breve che ha liberamente ispirato la serie Tv “The Whispers” con Lily Rabe.
In generale posso dire che i racconti sarebbero più efficaci con qualche descrizione in meno, ma che le descrizioni sono bellissime e rinunciarvi, tutto sommato, sarebbe un peccato.
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