CRAWL SPACE
di Jesse Jacobs
A me costui piace.
Jesse Jacobs.
Solletica la mia anima lisergica senza bisogno di uccidermi i neuroni.
Già “Safari Honeymoon” e “E così conoscerai l’universo e gli dei” mi erano piaciuti. “Crawl Space”, se possibile, è ancora più pazzesco, benché abbia una minor potenza cosmica.
Forse proprio perché è più semplice, più lineare, benché resti un’opera pluristratificata e ricca di significati nascosti e parallelismi, sottintesi antropologici e filosofici, dubbi esistenziali e tematiche affascinanti.
Racconta la storia di una ragazzina che scopre un altro mondo nella sua lavatrice. Un mondo oltre a quello fisico in cui lei perde se stessa, sovrastrutture e ricordi, un mondo che è magia, bizzarria, gioco, ma ancora di più spiritualità adimensionale densa di sensazioni espanse, fatte di colori e alterazioni. Che a volte continuano anche fuori, permeandoti corpo e pensieri. Divenendo tutt’uno con essi.
Un mondo arcobaleno, fantasmagorico, ingenuo, che, ad un certo punto, volente o nolente, Daisy, la ragazzina, condivide con i compagni di scuola.
Troppi e non tutti rispettosi e buoni.
Le conseguenze saranno molte, fuori e dentro la lavatrice. Ci permetteranno di scoprire di più sulla dimensione che abbiamo varcato, di sperimentare, di capire, ma anche di mettere in discussione noi stessi e l’umanità in generale, che, ahimè, ancora una volta si conferma bruta, egoista e predatoria.
Molto efficaci i disegni, specie nella rappresentazione delle transizioni e nel confronto tra la nostra realtà in bianco e nero e tre dimensioni e quella oltre l’oblò della lavatrice, in perenne divenire cromatico e con arcobaleni che si intrecciano a delicati equilibri morbidosi.
Un volume unico, dolce e crudele, che è un incredibile portale per fantasie e riflessioni.
Psichedelico.
Ma anche profondo e illuminante.
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