Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 28 marzo 2018

Vendetta, sofferenza, violenza

L'IMMORTALE
di Takashi Miike
(2017)


Ho letto il manga con piacere, e con piacere ho visto il film.
Qualche differenza c'è, le trame non sono identiche, la trasposizione cinematografica presenta variazioni, tagli e licenze, ma nel complesso il fumetto di Hiroaki Samura non è stato snaturato ed anzi si mantengono vivi tutti i suoi stilemi: vendetta, sofferenza, violenza, combattimenti bellissimi, ma imperniati, più che sulla perizia con la katana, sullo sfinimento e la tenacia dei contendenti.
Manji in carne e ossa è quasi identico al Manji disegnato, e anche gli altri personaggi sono esteticamente fedeli, nonostante le frequenti (e a volte simpatiche) virate sul grottesco.
L'Amore va a braccetto con la morte, ed è filiale o sororale, disperato e arrabbiato, tenero, indifeso, a volte struggente, ma mai romantico. 
Non mancano gli schizzi di sangue, i colpi di lama, le sanguisughe, eppure l'atmosfera è meno cupa che nel manga, più improntata alla speranza e meno sul macabro (ad esempio, manca tutta la parte del riassemblamento dei corpi e degli esperimenti alla Frankenstein).
Il ritmo del film è buono, ma a tratti risente un po' della pesantezza dei dialoghi, talvolta venati di umorismo involontario, e dell'eccessiva lunghezza della pellicola, che, comunque, merita un voto positivo.
Mi è piaciuto anche il contrasto tra l'inizio in bianco e nero (il passato, in cui Manji è ancora mortale) e il presente a colori, in cui il nostro eroe non teme più nulla – sebbene dovrebbe, invece, tanto che, sanguisughe magiche o no, noi non possiamo rilassarci e stare tranquilli nemmeno per un minuto: non si sa mai chi possiamo trovare sul nostro cammino. Manji, d'altro canto, tormentato com'è dai ricordi e dai sensi di colpa per il destino della sorella, non ne può più della sua lunga vita e vorrebbe solo l'oblio della morte... Finché i suoi servigi non sono richiesti dalla giovane Rin, i cui genitori sono stati massacrati dal temibile Anotsu e dall'Itto-ryu e i cui lineamenti sono simili a quelli della sorella scomparsa.  
Un bel film, percorso da sentimenti intensi, che evolvono e divengono motore e carburante per l'azione e il sangue. 
Gustoso.

Nessun commento:

Posta un commento