Se ti è piaciuto il mio blog


web

venerdì 6 aprile 2018

Un canto potente

JONAS FINK – Una Vita Sospesa
di Vittorio Giardino


Vita Sospesa? Anche la mia... Era da vent'anni che aspettavo la conclusione di questo meraviglioso fumetto (vedi anche post 6 settembre 2013)! Capolavoro, davvero, anche se, ammettiamolo, non è che Jonas sia proprio un simpaticone. E se da bambino e da adolescente ci fa comunque una gran tenerezza, oltre che suscitarci compassione e comprensione, da grande, be', facciamo più fatica a giustificarlo. Anche perché, ha ragione Alena, Jonas è un egoista. 
Ciò nonostante, come la sua amica Alena, gli vogliamo bene. 
L'opera, peraltro, è strabiliante e senza compromessi. 
Già basterebbero la pulizia, la purezza e la perfezione cocente del tratto di Vittorio Giardino a gratificarci, ma in più troviamo una trama che ci brucia l'anima. Dunque, ci gustiamo (pur percossi dalla rabbia e dall'ingiustizia), la storia di Jonas, che poi è anche un pezzetto di Storia della magnifica e vituperata Praga (le tappe sono 1950, 1956 e 1968), degli orrori e delle storture del Comunismo-Socialismo, ma pure un canto d'amore per la libertà e la cultura. Un canto potente, che ci fa fremere e vibrare, ma che, date le circostanze, va sussurrato furtivamente onde evitare tragiche ripercussioni. E poi ci sono l'amicizia e l'amore (ma è davvero amore quello che prova Jonas?), e, semplicemente, la vita. Scandita in modo impietoso attraverso i cambiamenti del corpo e dello spirito (quanto ci doliamo, ad esempio, per Edith), ma spesso rischiarata da momenti luminosi, che sempre, in un qualche modo, sono riconducibili a delle persone. Persone speciali, che ci accompagnano per un tratto di strada, e che magari poi ritroveremo, oppure no, ma ricorderemo per l'eternità.
In effetti, Jonas o non Jonas, alla fine ci affezioniamo di più ai comprimari, meno avvenenti e spesso meno fortunati, dagli amici dell'adolescenza agli adulti coraggiosi, che, nell'arco di poche vignette, ci riempiono il cuore, ma senza le spine e i crucci, che, a fine lettura, il protagonista ci provoca nella pancia e nella testa, ingenerandoci mille dubbi circa la sua statura umana. 
Se non si fosse capito, quindi, il capitolo finale, quello per cui ho atteso vent'anni, è stupendo e assolutamente all'altezza dei precedenti due. Ma se nel primo Jonas era un bambino e nel secondo un adolescente, nel terzo, in cui è un uomo, avvertiamo il peso della perdita dell'innocenza e dell'incapacità di andare oltre se stessi. 
La domanda, infine, è: riuscirò nel 2018 a leggere un altro fumetto di pari bellezza? No, non credo.
Però ho un'altra cosa da dire, una cosa che è brutta. Una lamentela. 
A livello editoriale, infatti, sono abbastanza delusa: l'edizione integrale è eccelsa, con un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma non tiene minimamente conto di quanti avevano già acquistato i precedenti due volumi. Perché costringermi a ricomprarli? E, soprattutto, perché costringermi a tenere quelli vecchi spaiati e desolati?
Una tirata d'orecchie alla Rizzoli -Lizard.
E poi altre due.

Nessun commento:

Posta un commento