CICALA
di Shaun Taun
Lo so, di primo acchito sembra un libro illustrato per infanti, con pochissime scritte e disegni bellissimi.
E le scritte sono pure essenziali e volutamente un po' sgrammaticate.
Ma non fatevi ingannare, questa non è una storia per bambini.
È una storia per adulti, invece, con echi kafkiani, che inizialmente ti squaglia il cuore dalla tenerezza. O fantozziani, se si preferisce. Ma sfrondati del grottesco e incrementati della poesia.
Incrementati esponenzialmente della poesia.
E per la poesia non servono tante parole. E pure la grammatica è superflua.
E sia va avanti, e ci viene il magone, sempre più pesante.
E poi si arriva alla fine...
E qui Fantozzi non c'entra più, tanto meno Kafka.
E nemmeno le parole, in fondo, servono ancora.
E proprio quando credevamo che il nostro cuore si sarebbe spaccato in due, arrivano bellezza incommensurabile e ironia e felicità allo stato puro.
E una lezione da imparare, se vogliamo.
Una lezione preziosa, simpatica, divertente, fatta di colori e di vita, di riflessioni profonde, di ribaltamenti, di ingegno e di grande saggezza.
Che ci farà riflettere e rimarrà a lungo nell'aria.
Molto più a lungo del tempo che avremo impiegato per leggerla.
Anche se, a quel punto è probabile che vorremo ricominciare da capo.
E forse questa volta, arrivati alla fine, ci limiteremo alla contemplazione, mentre il nostro animo sboccerà e si fa leggero, spiccando il volo e inebriandosi di meraviglia, pervaso da una nuova stupenda consapevolezza.
Tok! Tok! Tok!
Sublime.
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