Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 3 ottobre 2018

Convinzione assassina e ostentato disprezzo

LA VENDETTA DEL CODICE FISCALE


Una vendettina piccina picciò, giusto per non soccombere allo spappolamento dell'anima a cui ti porta il dover sopportare certi soggetti quotidianamente.
In sostanza, una mia collega mi ha chiesto di ricevere con lei una cliente, in qualità di testimone, atteso che costei ha la tendenza a travisare la realtà.
Il problema è che io la tizia in questione proprio non la sopporto: è maleducata, sgarbata e arrogante come pochi, sgradevolissima, e, personalmente, a mordermi la lingua non sono mai stata brava. In effetti, sbuffo quasi ogni volta che viene nominata. Che non ci sia o che sia invece fisicamente presente.
La mia collega dice che non importa: mi chiede di presenziare, non di essere paziente.
Ah, be'... allora.
Allora mi diverto. 
Si badi che io la cliente in questione la conosco da un annetto circa, e non la tollero dal primo giorno. Apostrofa gli altri per cognome, senza titolo od ingentilimento di sorta, al massimo con un “ooooohh” davanti, ma definisce se stessa “signora”. Viene senza appuntamento, un giorno sì e l'altro pure, pretendendo sempre di essere ricevuta immediatamente. Una volta ha perso le sue chiavi nell'ingresso (in realtà le aveva lasciate a casa) e voleva che io (“la ragazza”!!!) passassi la scopa per cercarle (e non lo aveva manco chiesto a me, di passare la scopa: aveva parlato di me in terza persona, come se fossi stata trasparente). Ovviamente le avevo riso in faccia, rispondendole che “la ragazza” non passa la scopa a casa sua, figurarsi altrove e certamente non per lei. 
Questo tanto per contestualizzare: torniamo al ricevimento.
La mia collega mi chiede di farle lo spelling del codice fiscale della cliente.
Io lo faccio. 
Ma a modo mio e prima sogghigno. Quindi, inarcando un sopracciglio, declamo: “P di Piattola, F di Falsa, I di insopportabile, D di Dannosa, M di maleducata, N di Nociva”...
La mia povera collega, imbarazzatissima, non sa dove guardare.
Io abbaio le lettere con convinzione assassina e ostentato disprezzo.
La tizia, lì davanti, commenta: “Io di solito sento usare i nomi di città...”
La mia collega, che non sa più dove guardare, e forse temendo che risponda io, replica salomonica: “Ognuno ricorre a quel che trova più comodo...”
Io mi limito ad uno sguardo di spregio.
Ma spero che la prossima volta la mia collega chieda a qualcun'altro di ricevere con lei Miss Sgradevolezza.
Oppure, che, quantomeno, ci sia da fare lo spelling di qualcosa...

1 commento: