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giovedì 4 ottobre 2018

Poco amore per il genere

DISINCANTO


La nuova serie a Cartoni Animati di Matt Groening. In teoria, sulla scia di Futurama, ma in versione fantasy venata di horror. In pratica no.
Perché, anche se a me, tutto sommato, non è parsa malaccio, siamo comunque ben lontani dai fasti e dall'imprevedibilità di Futurama. Le ragioni principali sono due: i personaggi che non spaccano (giusto il demone gatto si salvicchia, ma a stento) e il poco amore per il genere: Futurama dileggiava la fantascienza nella stessa misura in cui la amava, qui pare che non ci sia un'equivalente conoscenza/passione per il fantasy.  
Altra novità della serie avrebbe dovuto essere la trama orizzontale: non episodi autoconclusivi, dunque, ma un po' di continuity... Che però, nella fattispecie, è piuttosto fiacca: c'è la stessa idiotissima scena ripetuta quasi ogni puntata. Punto. Che, nella prima stagione, non va a parare da nessuna parte, non si sviluppa...
Al di là di ciò, tra i lamenti scoraggiati di MPM, per quanto gli riconosca che pure la parte comedy sia un po' carente, a me Disincanto non è dispiaciuto.
I disegni sono quelli alla Groening, impreziositi da vertiginose panoramiche, la colonna sonora è incalzante e simpatica (ed in effetti questa a mon amour è piaciuta), e, benché non facciano sbellicare, le scenette e le trovate spesso sono carine, anche se raramente hanno il coraggio di osare fino in fondo. Nel senso che sono dissacranti, sì, ma solo un pochino, e con educazione. 
Ad ogni modo, nonostante qualche momento stagnante, mi sono goduta le dieci puntate... ma, se fossero state di più, forse sarei stata meno benevola.

P.S.
E' pur vero che se avessi redatto questa recensione in agosto, prima di vedere Rick e Morty, probabilmente sarei stata assai più generosa.

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