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mercoledì 17 ottobre 2018

Lo scandalo e il disgusto

RAW – UNA CRUDA VERITA'
di Julia Ducournau
(2016)


O, in alternativa, come una pellicola mi si è ritorta contro. 
Mea culpa.
Intanto perché l'ho pescata da un video su You Tube, nel quale mi sono imbattuta per caso, in cui si segnalavano 10 film che avevano suscitato lo scandalo e il disgusto degli spettatori, sino ad indurli a stare male o a precipitarsi fuori dalla sala. Dal momento che alcuni dei controversi successi elencati mi sono piaciuti molto – Madre! - e  altri comunque rientrano nella mia lista di roba da guardare – Antichrist – non ho potuto non appuntarmi l'unico di cui non avevo mai sentito parlare e che mi sembrava perfetto per torturare un po' e amorosamente il MPM, vegetariano e amante dei conigli.
La trama, infatti, parla di una studentessa di veterinaria vegetariana, obbligata, in uno di quegli stupidi riti iniziatici universitari, a mangiare un rene di coniglio crudo... Da tale momento inizierà a sentire la necessità di nutrirsi di carne umana, diventando una tormentata cannibale.
Ebbene, come dicevo la pellicola mi si è ritorta contro. 
Perché MPM ha patito, fino a minacciare il divorzio, e io ho patito altrettanto, se non di più.
Non per i maltrattamenti (finti) agli animali.
Per tutto.
Il film è coraggioso e originale, senza filtri e senza remore, ma seriamente malsano e mi ha disturbata parecchio, tanto che mi sforzavo, durante la visione, di distrarmi con altre occupazioni perché proprio non ce la facevo a guardare. 
Non fa paura, è solo trucido e triste, con qualche raptus di cattiveria ad inasprirlo un po'. Una delle ultima scene, in particolare – senza fare spoiler, diciamo quella del risveglio – mi ha scioccata. Non tanto per la cruenta brutalità, quanto per il dolore, il disagio e la disperazione.
In effetti, se devo dare un giudizio “tecnico”, questo non può essere negativo. Nonostante il finalino ad effetto un po' banale (che comunque non arriva ad inficiare la storia), nel complesso la sceneggiatura regge. È feroce, ma non priva di approfondimenti psicologici, di sfaccettature, di contestualizzazione, di risvolti non meramente fini a se stessi che possono essere forieri di discussioni stimolanti. È il carico di desolazione che fatico a sostenere, la solitudine, l'isolamento emotivo.
Perciò, ecco: il film è notevole, interessante, audace, e sfrutta punti di vista inediti. Ma non mi sento di consigliarlo.
Nemmeno agli stomaci forti.
Perché... beh, perché fa troppo male e soffoca ogni spiraglio di luce.

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