IL PESO DEI SEGRETI
di Aki Shimazaki
Sei romanzi in uno, seppur la storia sia la stessa vissuta da punti di vista diversi, per cui ci sono elementi che si ripetono, ma anche sfumature che si aggiungono, fatti diversi che si incastrano e danno nuove risonanze a questioni che si credevano già conosciute... Alla lunga lo stratagemma potrebbe stancare, anche perché i singoli personaggi non sono fortemente caratterizzati, ma ciò non avviene perché si rimane comunque avvinti dalla trama e dalle sue screziature, dai suoi abissi.
Un volume molto lieve, per quanto concerne fluidità, essenzialità e schiettezza, pacato nei toni, e quasi freddo, in certi passaggi, che possono parere superficiali, ma che, probabilmente, chiedono solo di essere ripercorsi con dignità e compostezza, come tipicamente preteso dalla mentalità giapponese, ma impegnativo e doloroso sotto il profilo storico ed emotivo.
Non sono facili, infatti, le vicende narrate: né su piccola scala (saltano fuori abusi, tradimenti, amori frustrati, incesto, abbandono, lutto...), né su scala più ampia (parliamo della bomba di Nagasaki, ma anche del terremoto del 1923 in Giappone, nonché dei conflitti con la Corea) e forse solo grazie allo stile apparentemente asettico, ma elegante e delicato, riusciamo ad andare avanti. Perché se cedessimo al dramma, saremmo perduti.
Il testimone passa di generazione in generazione, e spesso ci lascia basiti, senza fiato, mentre ci addentriamo in un vortice di accadimenti che non ci vengono presentati in modo lineare, ma vanno arricchendosi man mano, come completando caselle che prima parevano invisibili, sino a formare un quadro avvincente, ma desolante e triste, sebbene non privo di riscatto.
Da leggere, ma non se si è in un momento di particolare fragilità.
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