ELITE
Serie Tv in otto episodi che ha molto in comune con “La Casa di Carta” - l'ambientazione iberica e tre degli attori principali – ma ancora di più con “Big Little Lies – Piccole Grandi Bugie” (si vedano post 7 aprile 2017 e 28 aprile 2017) riguardo a impostazione narrativa (stralci di interrogatorio affiancati al susseguirsi dei fatti avvenuti in precedenza) e tema centrale: ossia: chi è morto (qua si scopre molto prima) e soprattutto chi lo ha ucciso e perché? Come nella serie tv con Nicole Kidman, inoltre, ad essere messa sotto il microscopio, con la scusa del giallo/thriller, è l'ipocrisia delle classi abbienti, specie quando le loro dinamiche e gerarchie vengono turbate a causa dell'inserimento di elementi estranei. La differenza è che, invece di mamme isteriche e bambini delle elementari, in “Elite” siamo alle prese con irrequieti – e spesso infelici – adolescenti spagnoli.
La serie non è perfetta e presenta molte sbavature e piccole illogicità (chi pesterebbe mai a sangue un malato di AIDS?), ma ha un ottimo ritmo, personaggi interessanti, specie quelli femminili – Nadia e Carla su tutti – che, sovente, hanno il pregio di cambiare o di non essere proprio come ci sono apparsi all'inizio – ovviamente alludo a Guzmàn e Lucrecia, ma pure a Christian e a Polo – e ha il pregio di affrontare tematiche attuali e stimolanti, incluse alcune che, ultimamente, non sono più tanto modaiole (sieropositività).
Precisazione: se Jaime Lorente/Nano è pressoché identico a Denver ne “La Casa di Carta” e così Marìa Pedraza/Marina ricalca il personaggio di Alison Parker, Miguel Herràn, nel passare da Rio a Chrstian, sembra invece un'altra persona. Anche fisicamente. Complimenti, ragazzo!
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