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venerdì 2 novembre 2018

Il trasporto della mente

PROGETTO GIOVE
di Fredric Brown


Di Brown avevo letto e amato “Assurdo Universo”, ma non credo che sarei arrivata “su Giove” senza il consiglio di Luca, che quindi ringrazio, perché, oltre che di un classico della fantascienza, trattasi di un romanzo bellissimo e poco prevedibile in molti dei suoi sviluppi, che, in effetti, aderiscono al genere, ma, al contempo, se ne allontanano volutamente, dando luogo a qualcos'altro... Qualcosa che, più che ad un'avventura, assomiglia alla sua preparazione, all'elaborazione di un sogno stupendo, trascendentale, per il singolo e per l'umanità, ma faticoso e ricco di inciampi, e che, quindi, come tale, corrisponde ad un'avventura, ma disperatamente romantica, nell'accezione migliore del termine, e lirica e struggente, più che “avventurosa”.
Invero, i punti in comune col più famoso romanzo di Brown (che pure ad un certo punto viene inequivocabilmente citato con tante strizzate d'occhio) non sono tantissimi, nemmeno in ordine a stile e sottotesto (per quel che ricordo). Qui, al posto di assurdità, ironia e divertimento, ci sono i meccanismi della politica, la disillusione, l'amore, il lutto, e... Ed evito spoiler, ma è la fine, soprattutto, a rendere questo volume stupendo ed indimenticabile. Perché ne cambia il significato e ne altera l'umore, rendendolo più profondo e più alto di come pareva dovesse essere, permettendogli di superare i suoi stessi confini. 
La realtà distopica che viene presentata, dunque, per quanto “passata” (siamo quarant'anni nel futuro rispetto a quando l'autore ha stilato la prima versione del romanzo... ossia rispetto al 1953, in altri termini cominciamo la nostra vicenda nel 1997) è futuristica e alimentata dagli afflati progressisti e poetici dei protagonisti, che, però, affrontano la questione in modo concreto e realistico, nell'arco di più anni, in cui le questioni, pur appassionanti, non concernono viaggi spaziali, ma, appunto, la loro progettazione. 
L'opera è molto cerebrale, piena di riflessioni (meravigliose quelle misticheggianti sul trasporto della mente), ma ancora di più è prevalente l'umanità dei suoi protagonisti, e di Max Andrews, in particolare. Che non è il solito eroe tutto muscoli e animo immacolato, ma un tecnico di mezz'età, depresso e con la coscienza non sempre linda... che non potremo non amare. 
Ristampato nel 2017 da Urania.

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