THE GREATEST SHOWMAN
di Michael Gracey
(2017)
Fantasmagorico!
E' un musical – e le canzoni sono strepitose e coinvolgenti, specie quando vengono intonate da Hugh Jackman! Già ne “Les Misérables” ci eravamo accorti del suo talento canoro, ma qui supera se stesso. Mentre Rebecca Ferguson, lasciate indietro le lentiggini e il petto cascante sfoggiati in “The White Queen”, è non solo bellissima, ma pure dotata di voce divina... – ma l'aspetto che più mi ha colpito è visivo.
Per le coreografie frenetiche, certo, ma soprattutto per la varietà di forme, stili, colori, per tutte le cose che accadono contemporaneamente e si incrociano, tanto che spesso non sai dove guardare!
E poi, sì, per parafrasare uno dei personaggi, per la celebrazione dell'umanità.
Il tema del diverso mi è da sempre piuttosto caro, quindi era abbastanza ovvio che questo film incontrasse la mia approvazione. La peculiarità, però, è che trattasi altresì di una mezza biografia, quella di P. T. Barnum, l'imprenditore circense.
Non so quanto ci sia di vero qui e quanto di romanzato.
Già la storia tra Barnum (ovviamente Hugh Jackman) e Charity (Michelle Williams) è splendida nella sua onesta semplicità, ma la successiva sequenza di sogni, idee geniali, compassione, cadute e risalite, risalite e cadute, è quanto meno mirabolante, oltre che emozionante ed avventurosa. Di per sé, okay, se valutata con i parametri del cinema, niente di che, ma acquista un sapore completamente diverso grazie al succoso condimento: di persone, di affetto, di coraggio, di azzardo.
E tutto ciò nonostante il personaggio di Barnum non ci piaccia mai del tutto... E' vero, sa realizzare l'impossibile, ma non è esente da difetti orribili e da tristi meschinità difficili da perdonare.
Il film, però, è eccezionale: non perdetevelo!
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