COLOSSAL
di Nacho Vigalondo
(2016)
Per certi versi una divertente genialata, per altri un filmetto indipendente che si prende un mucchio di assurde licenze corteggiando più generi e mantenendoli in equilibrio; sotto altri profili, però, questa è una pellicola più sottile e ambiziosa di come si presenta all'inizio, che racconta malesseri e drammi irrisolti.
Risolvendoli, peraltro, nel migliore dei modi.
In sintesi si potrebbe dire: un Kaiju stile Godzilla (ma più ramarroso e longilineo) distrugge Seul e poi scompare, ma in realtà è Gloria, Anne Hathaway, la cui vita sta andando a catafascio tra sbornie, rottura col fidanzato e incapacità di affrontare la vita. Poi il Kaiju ricompare affiancato da un robot gigante.
Non per fantascientifici prodigi, ma semplicemente per... come definirlo?
ATTENZIONE SPOILER:
Un doppio trauma infantile in congiunzione astrale con un parchetto?
Proprio la prova attoriale della ex Pretty Princess con gli occhioni da cerbiatta consente di apprezzare non solo gli spassosi momenti epifanici e le conseguenti prove ballerine del mostro, ma anche l'improvvisa virata drammatica del film con la conseguente assunzione di responsabilità da parte della protagonista.
Convincente anche Jason Sudeikis/Oscar, che, inizialmente, ci pare il solito Jason Sudeikis, simpatico e sfigato, ma poi si rivelerà essere ben altro. E non in senso positivo.
Molto indovinata, dunque, l'attribuzione dei ruoli, utili ad ingannarci, ma anche a farci affezionare (come si può resistere alla dolcezza smarrita della Hathaway?).
Il film è carino, originale, bizzarro e intelligente, ma a tratti ci fa venir voglia di spaccare qualcosa per la rabbia, a tratti il ritmo si allenta un po'.
Però non fatichiamo troppo e giunti in fondo non ci lamentiamo, anzi siamo contenti. E un po' sollevati.
Perché le persone fanno schifo, ma non tutte.
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