I VIAGGI DI GULLIVER
di Jonathan Swift
Un libro per bambini!?
No davvero!
Indubbiamente ci sono l'aspetto immaginifico, il sense of wonder e l'avventura, ma la faccenda è assai più complessa di così, più stratificata e multiforme, e di sicuro non si limita a Lillipuziani e giganti.
Del resto Swift è quella che il mio buon vecchio Prof. di filosofia avrebbe simpaticamente definito “una bella lenza”...
L'opera, infatti, è in primis una satira sociale, neanche troppo velata, squisitamente dissacrante, che usa la fantasia come specchio distorsore e assegna delle belle tirate d'orecchi a tutti (chi sa da dove Yahoo ha preso il suo nome?), ma soprattutto l'Inghilterra.
Non è paternalistica, al contrario, risulta piacevole e divertente, con descrizioni capillari, ma non ridondanti, all'insegna del relativismo. Tuttavia, anche sforzandosi, a dispetto degli eccessi grotteschi, non si può rimanere a bocca spalancata a fare “ooohhh”, perché si è troppo intenti a sogghignare. (Del resto Swift è pure l'autore di “Una Modesta Proposta”...)
In parole povere, consiglio questo classico ai fanciullini bisognosi di una fiaba dalle molte risonanze (chi sa a che cosa si è ispirato Miyazaki per il suo “Laputa – Castello nel Cielo”?), ma ancor di più agli adulti in cerca di buona scrittura, accompagnata da intelligenza (affilata) e ironia.
P.S.
Lo ribadisco, non ci sono solo giganti e lillipuziani!
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