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mercoledì 7 febbraio 2018

Una foga narrativa impetuosa

EXTREMITY
di Daniel Warren Johnson


Per il momento è uscito solo il primo volume, ma promette un sacco di cose. E altrettante ne dà, fondendole tutte insieme, ma senza esagerare. Nel senso che è esagerato (eccome!), ma in modo positivo e nel rispetto di premesse coerenti e non scontate. Perché sì, ci sono splatter, mostri alienoidi e riflessioni etico-filosofiche, cinismo e mix di generi – fantasy, fantascienza e horror –, inseguimenti, combattimenti e una ricca “mitologia” inventata a fare da substrato, un'architettura  dettagliata e medievaleggiante e astronavi, ma nulla risulta ridondante e la narrazione è fluida e catalizzante. 
Del resto, quando mai la vendetta non lo è?
E, tuttavia, fino a dove spingersi per ottenerla? Fino a dove la sofferenza può giustificare la guerra e le efferratezze? Quando ci porta a perdere noi stessi in una spirale autoreferenziale? A smarrirci nel nostro lato oscuro?
Non è che stiamo proprio a chiedercelo, all'inizio, siamo soprattutto divorati dalla rabbia. E giustamente, crediamo. 
Thea, soprattutto, l'artista. 
Perchè, in nome della vendetta, le è stata portato via tutto, e in particolare le è stata amputata la mano con cui disegnava... E dunque, ora, non è solo menomata, povera e orfana di madre, ma è priva della sua identità, preda non solo dello sconforto, ma pure del dubbio e del disorientamento.  
Non è l'unica, né lo sarà.
E fioccano mutilazioni, scontri, schizzano sangue e budella.
E Rollo, il fratello di Thea, ci dà sui nervi con la sua politica non violenta.
Ma non è che alla fine ha ragione lui? Non è che l'azione verso di noi era già vendetta, scaturita da un'altra altrettanto nera ingiustizia? 
La trama non è originalissima, sa di altro, di già affrontato, di già letto. Ma mai così. Con un tale violento incalzare. Con una foga narrativa tanto impetuosa e feroce, solo saltuariamente rallentata dai flashback. 
Fino a che si innescano i ribaltamenti. 
E ci viene il dubbio che nella guerra tra Roto e Paznina non ci siano buoni o cattivi, ma solo gente che si ammazza senza logica e senza onore. Che la vendetta non sia la soluzione. E nemmeno la via dell'odio. E che forse, in definitiva, ci conviene scappare... 
Siamo solo al primo capitolo, dicevo, al primo volume. 
Ma se i personaggi sapranno evolvere e mantenere le loro promesse, questa potrebbe essere una saga da non perdere.
E mi piacciono pure i disegni.

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