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mercoledì 28 febbraio 2018

Percorsi mentali e mutande altrui

A CIASCUNO I SUOI SPUNTI


No, è che, davvero, non ne posso più.
Che io scriva per diletto è risaputo: la conseguenza è che mi espongo ad un sacco di soggetti che, per quanto animati dalle migliori intenzioni, mi propinano quotidianamente le loro idee per confezionare romanzi e racconti.
Robe tipo: “Sai, dovresti scrivere di questa cosa che mi è capitata...”, oppure, “Sai, dovresti scrivere di questa cosa che ora ti racconto, perché la realtà supera la fantasia...” 
Grazie, anche no.
E' così difficile capire che ognuno deve seguire i suoi percorsi mentali e non quelli degli altri?
Usateli voi i vostri cavolo di spunti!
E poi a me piace l'immaginazione. Non la realtà. Meno che mai quella che supera la fantasia e mi innervosisce. Realtà-blè!!!
Non è che mi offenda, apprezzo le buone intenzioni, siete tutti carini e premurosi, ma sospettate anche solo vagamente quanti spunti altrui al giorno mi debba sorbire? No?
Sappiate, allora, che sono più numerosi delle esternazioni di quelli che vorrebbero cucinarsi Paco, il mio coniglio, con le patate.
Lo dico una volta per tutte: gli spunti per scrivere sono personali e vanno sentiti. Non si possono usare quelli degli altri. Sarebbe peggio che indossare mutande usate altrui. Ognuno se li deve sentir vibrare dentro. Amarli. Respirarli. Viverli.
L'ispirazione non va a comando. E nemmeno si trasmette.
In quanto a me, sappiate che ho già le trame dettagliate di quattro romanzi pronti per essere buttati giù, due romanzi da correggere, tre da riscrivere.
Il mio problema non è la carenza di idee, ma il deficit di tempo.
Regalatemi del tempo, non i vostri spunti! 
Mi regalereste forse le vostre mutande?

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