Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 3 giugno 2020

Un'aura di dolente mestizia

LABBRA ROSSE SULLE QUALI MORIRE
di Paolo Di Crescenzo
(su Ig @paolo_di_crescenzo)


Chi ha ucciso Beatriz Marchini, la fanciulla strangolata durante la notte bianca di Loano? 
Un giallo che sfuma nel noir, ben costruito e ben scritto, di impianto classico, con molti indiziati, ma anche abbastanza indizi e ammiccamenti per arrivare al colpevole prima del Commissario Andrea Montaldi, ruvido quanto romantico. 
Personalmente, lo sapete, non amo i gialli, ma questo, oltre ad essere pervaso da un'aura di dolente mestizia che lo riscatta oltre i confini del genere, ha un ottimo ritmo, nonché il potere di incuriosire, di spingerti a voler sapere come proseguono le indagini e la storia. Inoltre è onesto, gli elementi te li dà senza imbrogliare, tutti quanti, consentendoti di metterli insieme a poco a poco, di capire cogliendo le sfumature, come accade tutte le volte in cui sia la trama che i personaggi riescono ad essere coerenti e, magari, persino ad uscire dalla carta.
Però le cose che davvero ho amato sono due: l'ambientazione e lo stile.
Il romanzo si svolge nei miei posti, Loano (il paesino accanto a Pietra Ligure) e dintorni... E con poche pennellate se ne colgono l'atmosfera, le criticità, e le connotazioni, mentre poco sotto, sorniona, se ne affaccia la mentalità, tra una strizzata d'occhio e un dettaglio ameno. Penso che apprezzerei l'opera senza difficoltà anche se non ne conoscessi i luoghi, ma a conoscerli... be' è il romanzo sarebbe da leggere anche solo per questo. 
E poi, sì, c'è lo stile. Apparentemente semplice e scorrevole, in realtà ricco di anse, di sonorità, di riverberi, in perenne ma costante mutamento, impercettibile fino a che non ti assesta una stoccata. Talvolta sensuale, tanto che persino un gelato diviene peccaminoso, dandoti i brividi. Talvolta giocoso, o agrodolce, o venato di sconfitta, ma sempre misurato, attento, con una punta di tristezza e una di allegria, ben miscelate, che prevalgono alternativamente, in base al momento, incidendoti l'umore. In sottofondo, sempre presente, la gentilezza pacata del narratore. Che tutto osserva e tutto sa, ma non lo dice. Però, ehi, lo sottintende. E forse, sotto sotto, lo mugugna.

Nessun commento:

Posta un commento