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lunedì 29 novembre 2021

Un percorso di maturazione

MI CHIAMO JUDIE E QUESTA È LA MIA STORIA

di @lucielareen

Una storia che sembra una fiaba, con tutta la potenza e la soavità dei suoi tòpoi, opportunamente attualizzati, però, in base alle nostre esigenze: c'è la Principessa, nei modi e nell'aspetto – poco importa che Judie non sia una fanciulla in fiore, ma una vedova, con una figlia, è senz'altro una Principessa, solo più posata e interessante  –, c'è la cattiva, elegante e siliconata, e c'è il Principe Azzurro, un medico dal cuore gentile, ma dai molti segreti... 

E se pure la trama si dipanerà in meandri non sempre prevedibili, le cose finiranno per andare esattamente come noi vogliamo, ricompensando i patemi subiti con la misura esatta di amore che ci serve per lenirli, lasciandoci una sensazione di pienezza e di soddisfazione.

E, tuttavia, si badi: non saranno sentimentalismi fini a se stessi il motore dell'azione, piuttosto un percorso di maturazione e confronto interiori, alimentato da riflessioni e dalla crescita personale.

Il romanzo è breve, fresco, avvincente, sostenuto da una prosa semplice, ma molto accurata, soprattutto per il frasario chirurgico, che sovente trasforma la narrazione, rilassante e profonda, punteggiata di grazia, in perentoria e assertiva, con una naturalezza che sa di incantesimo e di affabulazione. 

L'elemento che più ho apprezzato, però – al di là della splendida caratterizzazione dei personaggi, ed in particolare dei moti dell'animo della protagonista – è che l'opera... “fa compagnia” e conforta. E non è da tutte. Letteralmente, è capace di divorare la solitudine di una serata di pioggia costellata di ansie lavorative più di una tisana bollente. 

Fantastica Judie, fantastica Lucie!

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