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lunedì 10 aprile 2023

Il disincanto degli adulti

IL PROFUMO DEI PAPAVERI

di @mariofrancescogastoldi

Che trama! 

Semplice, lineare, per quanto svolta su due diversi piani temporali che si alternano, ma di una forza e di un'intensità strepitose.

Non so quanto ci sia di vero, l'autore non lo rivela, ma pur se fosse tutto completamente inventato, sarebbe vero lo stesso: la narrazione è di un'autenticità assoluta, nostalgica, lucida, feroce, e infinitamente dolce.  

E di una ricchezza incredibile, soprattutto umana. 

Riesce a cogliere tanto l'entusiasmo, l'ingenuità e le reazioni tipicamente adolescenziali – di quegli adolescenti di trent'anni fa, che ormai non ci sono più, dai sentimenti e dalle passioni assoluti, ma altresì incapaci di decodificare integralmente ciò a cui assistono, con le debite implicazioni – quanto il disincanto degli adulti, che, però, talvolta, sono anche sinonimo di metabolizzazione, comprensione, accettazione. O di rassegnazione. 

L'opera, nei suoi sottotesti, ci mostra con esattezza che cosa si perde e che cosa si guadagna crescendo. E lo fa in modo scioccante, attraverso un evento traumatico... per il protagonista, che lo deve affrontare di riflesso, come per il paesino in cui vive. Sebbene la vera vittima, invece che soccorsa, sia stata condannata, in una prospettiva che in oggi appare inaccettabile, ma che è geniale per quanto drammaticamente plausibile nel contesto. Che quello di ieri, ma non solo.

Il romanzo è costruito attorno a questo, a poco a poco, facendolo serpeggiare fra intuizioni e riferimenti quasi casuali, iniziando contemporaneamente dalla fine e dal principio, ma senza esaurirsi in questo, neppure quando i due poli confluiscono. Perché è quello che c'è in mezzo a contare davvero, e il testo sarebbe potente persino senza la deflagrazione, per il modo sublime in cui cristallizza passato e presente, mettendoli a confronto, senza raccontare, senza filtrare, ma mostrando ogni sensazione, ogni pensiero. Incidendoceli sulla pelle.

Insomma, per la Verità. 

Vera o inventata che sia.

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