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lunedì 10 aprile 2023

Un’avventura esotica

MI CHIAMO PAOLA E QUESTA È LA MIA STORIA

di Lucie Lareen (@lucielareen) 

Romance breve e scorrevole, in cui è facile immedesimarsi da subito, soprattutto perché Paola, la protagonista, non è la classica giovinastra appariscente e perfettina, ma una donna autentica, matura, divorziata, con prole e madre a carico, speciale nella sua normalità, ricca di contenuti e di sostanza. Poi, certo, è una bella donna, ma questo non ci viene ribadito sino alla nausea, solo quel minimo per aiutarci a sognare, e che fa da contraltare, tra l’altro, al suo fare dimesso e gentile, in modo da completarne, in qualche modo, il carattere.   

E dunque Paola ci coinvolge nella sua quotidianità, ma nello spazio di poche pagine si passa dall’ordinarietà di famiglia e lavoro (comunque stimolante, visto che fa la traduttrice), ad un’avventura esotica a base di condivisione, attese, dedizione e sacrificio. 

L’opera ci insegna, quindi, che l’amore non è solo passione bruciante, ma soprattutto profondità di sentimenti e capacità di aspettare, unita a determinazione e ad un pizzico di fortuna. Ma è davvero fortuna, poi? O il frutto – non scontato – della devozione?

Lo stile è semplice e coinvolgente, ma preciso e accurato. La vera chicca, però, sta nei riferimenti all’altro romanzo di Lucie: “Mi chiamo Judie e questa è la mia storia”. Non è indispensabile leggerlo prima, però ci sono dei rimandi interessanti, che a tratti corteggiano la meta-narrazione.

Non vi dico di più, ma non saranno un mero ammiccamento fine a sé stesso per la gratificazione di autocitarsi. D’altro canto, leggere prima Paola e poi Judie, ovvero “invertire” il percorso logico, può essere altrettanto piacevole e soddisfacente. 

Un libro che sa intrattenere, che fa compagnia, ma che ci aiuta altresì a riflettere e a dare il giusto valore alle cose, ai momenti, ai legami.

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