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venerdì 12 luglio 2019

Rime di notte


Ci sono serate in cui l’ispirazione non viene,
e scrivere il post è come patir mille pene;
ci sono serate in cui sei davvero stanca
e hai pure l’orrore della pagina bianca:
non ti concentri, non metti a fuoco,
in più hai caldo, e mica poco,
e se da un lato freme il senso del dovere,
dall’altra, ammettilo, non ti vuoi manco sedere:
il pc ti scoccia persin concettualmente,
il tuo cervello si ribella, non puoi farci più niente,
mentre il tuo spirito di contraddizione
attacca a litigar con buon senso e devozione.
Ed è così che strane fluiscon le parole,
si imbizzarriscono, si estenuano e ti mollan delle sole,
e anziché una prosa distesa e pacata,
vien fuori ‘sta brutta filastrocca malata.
Non ha costrutto, non ha significato,
è la mera espressione del tuo ego bacato,
che, a sorpresa, ti riporta in un baleno
a quando il mondo ti pesava decisamente meno,
e tu eri alle Medie, precisamente in prima,
e per divertimento parlavi solo in rima,
ti contraddicevi a priori per il gusto di farlo
e non avevi a roderti più o meno nessun tarlo.
Ti compiangi allora per la tua regressione.
ormai conscia di esser in una triste condizione,
ma quanto meno due righe ora le hai scritte,
perciò adesso le tue paturnie se ne stanno zitte,
e tu, gioiosa, la puoi testé finire,
giacché non vedi l’ora di andartene a dormire…
Scusate il delirio e le mie frasi corrotte
ma ora, davvero, vi dò la buonanotte
e anche se so di aver un po’ barato,
so che il mio tradimento sarà perdonato…

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