KAERU
di Matteo Lorenzi (@...)
A metà tra sci-fi, critica sociale e thriller, “Kaeru” è un romanzo peculiare, che, pur attingendo a diverse fonti espressamente citate dall’autore, riesce a plasmarle in modo personale, dando vita a qualcosa di nuovo, dalle svolte inaspettate, che presto ti fanno venire il dubbio di esserti infilato in un frullatore acceso.
Un frullatore acceso molto carino e colorato, dalle rifiniture preziose, ma sempre un frullatore.
Non è male come sensazione, ti sballotta giusto un po’ il cervello, specie all’inizio, ti stupisce e ti colpisce… Poi ci si abitua alla sorpresa, si segue piacevolmente il flusso, rilassandosi ed intuendo dove si andrà a parare, grazie anche agli ammiccamenti e agli indizi sparsi dall’autore. Così si crede, ma… Errore! Perché all’improvviso, quando tutto sembra ormai chiaro e lineare, arriva un’altra sferzata dritta alla corteccia cerebrale e ogni certezza viene sovvertita. Mai fidarsi dei frullatori accesi!
Il risultato finale è divertente e bizzarro, a tratti addirittura rapinoso, eppure, insistendo la narrazione su diversi piani di lettura, riesce altresì a sollevare interrogativi di vario genere, metafisici e filosofici, sempre stimolanti da esplorare e forieri di riflessioni di ordine complesso. A questo proposito, con grande onestà, il romanzo fornisce tutte le risposte legate all’intreccio, ma si guarda bene dall’azzardare soluzioni di natura esistenziale.
Unici nei: alcuni salti logici e almeno una coincidenza difficile da digerire, ma questi piccoli difetti si perdonano volentieri, tanto più che l’opera è godibile, specie nella prima metà, anche sotto il profilo della qualità della scrittura, deliziosamente paratattica.
Forse, ecco, nell’ultima parte la trama accelera troppo… Ma può essere una sensazione data dal dispiacere per la brevità del romanzo. Non disdegnerei, infatti, una revisione in cui gli eventi precipitassero più lentamente, soprattutto perché mi darebbe l’occasione di rimanere in questo stupefacente universo narrativo un po’ più a lungo.