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lunedì 10 giugno 2019

I misteri di Emerenc

LA PORTA
di Magda Szabò


Stile corposo, caldo, tracimante di fascino e di sfaccettature, capace in poche righe di catturare qualsiasi dubbio, ripensamento, paura.
E poi la trama, edificata sul rapporto di queste due donne: la scrittrice ungherese di successo e la sua anziana governante, Emerenc, donna umile, ignorante, ma dalla volizione inattaccabile, tra numerose fisime e la sua rigidezza – talvolta incoerente – morale, e che infatti finisce per dettare tutte le regole. 
Una relazione burrascosa, la loro, conflittuale, piena di doveri, di segreti e di silenzi, che ci fanno soffrire, ma che ci danno anche tanto, fino ad accorgerci che si tratta proprio di un'amicizia, questa, profonda, intensa e ricca di riverberi. 
Un romanzo bellissimo, avvolgente, in cui veniamo pungolati dalla curiosità (perché Emerenc non lascia entrare nessuno in casa sua? Che cosa vuol dire la narratrice quando afferma di averla uccisa? Che senso ha la paura dei temporali?), ma in cui a sostenerci è invece la forza della magnifica Emerenc, con le sue certezze, intemperanze ed innumerevoli contraddizioni, che però non si possono mettere in discussione, o si subirà certamente un castigo. Chiunque noi siamo.
Più andiamo avanti più ci sentiamo tiranneggiati da lei, e più ciò avviene, più ci affezioniamo e cerchiamo la sua approvazione.
Ma la storia non è statica, anzi si susseguono avvenimenti, dalle risonanze diverse, ma non ponderabili con il metro usuale, e a poco a poco scopriamo i misteri di Emerenc, uno per uno, e incominciamo, se non a capirla, almeno a comprendere come ragiona.
Uno dei romanzi migliori letti quest'anno.

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