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venerdì 14 giugno 2019

Una carrellata di ingiustizie ed orrori

LA NOTTE
di Elie Wiesel


Un romanzo breve, toccante, crudo e sincero, che ha come tema l'esperienza autobiografica in un campo di concentramento nazista. 
Oltre alla classica carrellata di ingiustizie ed orrori, a colpire sono lo stile dell'autore, carico di lirismo e struggimento, nonostante tutto, e il rapporto che lo lega all'anziano padre.
E ti strazia, questo. 
Ti strazia, perché non sei abituato a pensare alle vittime come a persone che, se sono sopravvissute, è perché hanno dovuto lottare e combattere, abbruttite al punto tale da pensare solo alle razioni e alla bieca sopravvivenza.
E, dato il contesto, capisci perfettamente il loro comportamento. Capisci come si possa arrivare ad uccidere per un tozzo di pane sporco gettato ai tuoi piedi. Capisci che le vittime devono sopraffare altre vittime se vogliono in qualche modo tirare avanti.
E dunque è tremenda la consapevolezza che acquisisce man mano il protagonista: che suo padre è la sua forza, l'ultimo legame affettivo che ha potuto conservare, l'unico vero centro di affetti che gli è rimasto, compagno di sventura e di privazioni, ma anche un tragico peso. Di cui, a volte, contro i suoi stessi impulsi, desidera sbarazzarsi.
E si duole di questo, si amareggia, ma l'istinto sovente è più forte, e il desiderio ritorna.
Un libro stupendo, brevissimo, che riesce a trattare un tema su cui si è già detto tanto, in modo diverso, onesto e catartico, senza fronzoli e senza manierismi.
Una testimonianza importante, dalla prosa inappuntabile, ma anche un tentativo di espiazione, forse, da parte di un figlio colpevole di essersi solo sforzato di sopravvivere.

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