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venerdì 24 maggio 2019

Pillole di serie TV

BREVE PANORAMICA SULLE RECENTI SERIE TV VISTE


Niente, è che tra la riduzione a tre soli post settimanali da una parte e la lunga pausa che mi sono concessa dall'altra, ci sono molti argomenti che devo necessariamente castrare. E un po' mi spiace, ma, in certi casi, preferisco un rapido excursus al sommo nulla. Perciò, ecco:


BODYGUARD – Richard Madden mi piace e la serie regala emozioni e scene cariche di azione. Ma soprattutto è frustrante e ci dà una dimensione di quanto il mondo sia spregevole ed ingiusto e di come nessuno sia santo. Verso la metà il mio interesse è un po' scemato, ma sono solo otto episodi e tutto sommato alla fine ci si arriva.



IL NOME DELLA ROSA – Non mi prende. Ho adorato il libro di Eco, e senz'altro  qui, rispetto al film del 1986, c'è più spazio per eventi e personaggi (e persino per alcune parentesi che proprio non ricordavo). Ma ogni istante rimpiango Sean Connery nei panni di Guglielmo da Baskerville, con il suo sguardo ironico e sornione. Turturro è bravo, ma i suoi occhi sembrano sempre sul punto di liquefarsi. E poi... no, mi dispiace: quello non è Rupert Everett!!! E comunque devo sempre lottare per non addormentarmi...



THE OA – Nonostante qualche momento di umorismo involontario (mi spiace, ma 'sti movimenti non si possono guardare) la serie è originale, stimolante e suggestiva, oltre che piena di sostanza. A tratti si avverte la vertigine dell'essere e del non essere, a tratti sorprende per la profondità esistenziale. Può non piacere, ma senz'altro è da vedere (grazie a Luca e Camilla).



BLACK SUMMER – Ancora una serie sugli zombie. Ma senza remore di nessun tipo (né a livello drammaturgico, né in nome del politically correct) e che quindi risulta straordinariamente rilassante, nonostante la tensione sia perennemente alle stelle e non ci venga concesso nessun attimo di tregua. Perfetta per vincere lo stess (o per farselo venire, dipende dal carattere).



MIRACLE WORKERS – Serie simpatica e cinica, con un ottimo Daniel Radcliffe e uno Steve Buscemi nei panni di Dio (un Dio pessimo), leggermente fuori parte. Potrebbe essere un magnifico pugno nello stomaco, invece, ahimè, pur carina e piena di trovate, non ha abbastanza mordente. Peccato.




FOSSE/VERDON – Miniserie biografica con gli strepitosi Michelle Williams/Gwen Verdon (adorabile) e Sam Rockwell/Fosse (che impareremo ad odiare). Parte lenta, e la struttura dei balzi temporali è forse un po' troppo calcata, ma nel complesso è  coinvolgente e da quando vi ci si addentra non si riesce ad uscirne. Splendida.



SHARP OBJECTS – Una regia particolarissima, sfumata e onirica, che conquista per il modo di narrare, in cui il passato si intreccia con il presente, spesso senza soluzione di continuità. La trama è abbastanza classica – thriller investigativo su omicidi di fanciulle in una piccola cittadina con qualche scheletruccio nell'armadio – ma conquista in fretta. Brava anche Amy Adams, benché io, in generale, la trovi snervante. De gustibus... 



THE SOCIETY – Lo spunto di base è elettrizzante, per quanto già sentito. Ma qui ha connotazioni peculiari e dettagli che lo rendono potenzialmente da urlo (anche se sono solo alla terza puntata e non so dove si andrà a parare sotto il profilo fantascientifico, ammesso che si decida di analizzarlo). Per il resto... immagino che la direzione sarà quella de “Il Signore delle Mosche”, solo con ragazzi del Liceo, anziché preadolescenti (risata truce: sono tutti abbastanza odiosi).



E poi... E poi dovrei parlare dell'ultima stagione di GAME OF THRONES, ma... not today, sorry. Mentre scrivo è domenica 19 maggio e non ho ancora visto l'ultima puntata. E dopo che l'avrò vista... beh, bisognerà vedere di che umore sarò. 


Valar Morghulis.

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