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domenica 27 agosto 2017

Donne volitive e ambiziose

IL GIULLARE DELLA REGINA
di Philippa Gregory


Ogni tanto sento la necessità di rituffarmi tra le vicissitudini dei passati reali inglesi… E qui, nel nella seconda metà del 1500, conosciamo le due figlie di Enrico VIII: la Regina Maria, che poi verrà detta la sanguinaria, e sua sorella minore, Elisabetta, futura Elisabetta I. Ma i caratteri sono assai diversi da quel che ci si potrebbe aspettare, e se Elisabetta è una affascinante e insidiosa vipera, Maria ha il cuore d’oro, destinato, però, ad essere spezzato.
La protagonista, tuttavia, non è nessuna delle due. Il punto di vista è più defilato e permette così di spaziare e immaginare di più, ed appartiene ad Hannah Green, personaggio inventato, Giullare di Corte, dotata della veggenza e per giunta estremamente moderna. 
Le caratteristiche precipue  dell’opera, quindi, sono sempre le stesse: donne volitive e ambiziose, contesto storico ben documentato, il peso della corona, e un po’ di soprannaturale, cui si aggiungono i sentimenti, sia pur molto vari (amicizia, devozione, passione, amore, tradimento), importanti, ma non preponderanti.
Il romanzo, per quel che mi consta, è uno dei più belli della Gregory: più vivace e fresco del solito, vuoi per il carisma delle due sorelle, vuoi per la scelta della protagonista, non troppo vincolata alla Storia, stimolante, corretta, e dotata di buon senso. Che, dono della seconda vista a parte, non è una ragazza comune per l’epoca: è erudita, orgogliosa, indipendente e veste con brache da uomo. E infatti rischia di essere tacciata di stregoneria.
In più abbiamo roghi e persecuzioni (la parte ambientata nelle sale della tortura, per quanto attenta a non indulgere sulla morbosità, è suggestiva e terrificante), l’inquisizione, la battaglia di Calais e niente meno che John Dee, che chiunque si diletta di esoterismo sarà lieto di incontrare (anche se non è magnetico quanto il consumato seduttore Lord Dudley).
Insomma, quando pensavo che ormai la Gregory mi avesse dato tutto quel che aveva mi sorprende con un romanzo avvincente, capace di ritagliarsi uno spazio proprio nel panorama delle opere della scrittrice, oltre che di intrattenere e invogliare il piacere degli studi storici.

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