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sabato 5 agosto 2017

E' tutto troppo veloce

ANOTHER WORLD
di Banana Yoshimoto


Niente, sono a tappo. 
La colpa è mia: di solito, quando un autore mi satura, aspetto un po' a comprare un altro suo libro (perché è qui il nocciolo del problema: una volta che inizio, continuo a comprare, per una questione di feticistica completezza). In questo caso, però, mi sentivo obbligata, visto che Another World è il quarto e ultimo volume della tetralogia “Il Regno”. E quindi, a maggior ragione, la mia smania di completezza ha preso a mordermi, inoltre mi incuriosiva il destino dei personaggi, o comunque la prosecuzione della trama. Che peraltro subisce un salto, nel senso che Suzukuishi è morta e la narrazione prosegue con sua figlia, Kataoka Noni, figlia di due papà: Kataoka, appunto, e Kaede.
Niente di male in questo, anzi, ho colto la novità in modo positivo, confidando in un rinnovamento, in una rivitalizzazione dell'opera. 
Ma no, non c'è stata.
Intendiamoci, la lettura è piacevole, vellutata, e scorre argentina, trattando con leggerezza, ma senza superficialità, temi importanti e dolorosi. L'atmosfera è dolce, misurata, impreziosita di sapori, sfumature e fragranze, mentre lo stile luminoso le conferisce freschezza e lucidità.  
Il busillis sta proprio lì. Non ne posso più.
I romanzi della Yoshimoto sono carini, ma labili, tutti uguali e, di fatto, privi di sostanza. E' tutto troppo veloce, troppo semplice. E privo di fondamenta.
Ancora ancora quando almeno hanno il pregio di immergermi nel mondo e nella mentalità giapponese, ma qui, fino a metà libro siamo a Mykonos, in Grecia, e beviamo ouzo invece che sakè (e anche se poi torniamo ad Okinawa, finiamo per andare a Lanzarote).
La colpa è mia, l'ho ammesso. Non ero pronta.
Ma a questo punto me lo impongo: basta Banana Yoshimoto se non passano almeno tre anni.

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