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giovedì 31 agosto 2017

Pulsa di vita

CAPITALE – PEPYS ROAD
di John Lanchester


Un romanzo che inganna, e da cui volentieri ci si fa ingannare, perché alla fine ci si accorge che, zitto zitto, l'autore ci ha dato ben altro rispetto a quanto ci aspettavamo.
All'inizio la questione, che poi è anche il maggiore trait-d'union fra i personaggi, nonché il motivo ricorrente della narrazione, pare incentrata su queste misteriose cartoline che arrivano agli abitanti dell'elegante quartiere residenziale di Pepys Road,  Londra. Cartoline che recitano: “Vogliamo Quello che Avete Voi”.
Si potrebbe ignorarle, se non fosse che ne giungono con costanza a tutti i residenti, e che poi, dopo un momento di stasi, si fanno più aggressive e minacciose, accompagnate da insulti, atti di vandalismo e uccelli morti...
Ebbene, ci chiediamo chi le invii e perché, che cosa voglia e se pensi davvero di poterlo conseguire. E mentre cerchiamo di scoprirlo facciamo la conoscenza con i vari inquilini. Il panorama umano che ci viene fornito è vastissimo e diversificato (un rampante uomo d'affari con la sua orribile famiglia, la tata sexy ungherese, un giovane senegalese campione di calcio in ascesa, una colorita famiglia di arabi, il tuttofare polacco che ci piace chiamare Bogdan ma ha un altro nome, un'anziana signora con un tumore, un'ausiliaria del traffico che lavora illegalmente e che è un'immigrata clandestina...), descritto magistralmente e sempre in movimento. Pur in un arco temporale di pochi mesi, infatti, a 'sti poveretti capita di tutto: c'è chi va in rovina, chi muore, chi finisce in carcere, chi si innamora... Eppure il sottotesto non è drammatico, ha invece l'incedere lemme lemme della vita ordinaria e di volta in volta viene accettato e affrontato senza troppi strepiti, ma egualmente risulta foriero di crescita interiore, di evoluzioni e consapevolezze, come se seguisse un meraviglioso percorso sotterraneo. 
E poi scopriamo chi è l'autore delle cartoline. E perché. E a che pro. Ma... non è che non ce ne importi più, non proprio. E' che ormai è secondario, perché abbiamo preferito il resto. Il contorno. L'excursus sui personaggi. Che è sostanza. E vale più di un thriller o di un mistero. E' variegata umanità, corale e cosmopolita, fatta di similitudini e corrispondenze. Di differenze e di contrasti. Di contraddizioni e sentimenti. In tre parole: pulsa di vita.

P.S.
Ho visto pure la mini televisiva, “Capital -  Mistero a Pepys Road”. E' ben fatta e abbastanza fedele (anche se manca completamente la parte dedicata a Freddy Kamo, il calciatore), ma purtroppo la trama senza le avvolgenti atmosfere della scrittura perde metà del suo fascino.

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