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domenica 13 agosto 2017

La fusione perfetta tra testo e immagine

CACCIATORI DI PTERODATTILI NELLA CITTA' DORATA
di Brendan Leach


E' innanzitutto l'idea a piacermi da matti: gli pterodattili a infestare la New York del 1904. Realizzati con un disegno simpatico, sono in realtà feroci predatori, e ogni tanto catturano qualcuno e lo portano via. Di norma decretandone la morte nel momento stesso in cui lo afferrano.
L'obiettivo, però, è puntato sui cacciatori: sulla loro vita, le loro motivazioni, i loro rapporti... Specie quando, come Declan e suo fratello Eamon, vivono nella stessa casa e sono in conflitto tra loro, oltre che diversissimi.
La verità è che in questo primo (???) volume, forse, non succede tantissimo. Ma sono l'atmosfera (con suggestioni steampunk) e il modo di narrare a conquistare, unitamente ai disegni: puliti, ma irti di irregolarità e segmenti, che donano alle cose i contorni della fiaba, ma al contempo sono ingannevoli e stemperano la drammaticità, per accentuarla a tradimento l'attimo dopo. 
Adoro, inoltre, l'assenza di verbosità, la fusione perfetta tra testo e immagine, senza l'ossessione per la didascalia o per l'ovvio, snella, efficace, cruda, talvolta.
Ma non algida. C'è tanto sentimento, qua dentro. Tuttavia non sulla superficie, più sotto. Non scontato. Fatto di tremiti e di silenzi, di pensieri che sentiamo soprattutto quando non vengono espressi. 
Fantastico, immaginifico, intimistico.

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